Dal 28 maggio al 16 giugno torna la manifestazione culturale di Verona, quest’anno sotto il segno de ‘L’anima e le forme’, che metterà in scena musica, poesia, letteratura, cinema e teatro con un fitto programma
Un festa ‘aperta’ che coinvolgerà diversi spazi a Verona – dal celebre Teatro Romano, in primis, fino al Giardino Giusti e al Teatro Filarmonico – spingendosi poi oltre i confini della città, a Vicenza e Mantova. In scena per quasi tre settimane, dal 29 maggio al 16 giugno, il Festival della bellezza è dedicato all’arte in tutte le sue forme, ospiterà concerti, incontri letterari, spettacoli teatrali e molto altro.Arrivato alla sesta edizione, il tema di quest’anno è L’anima e le forme, un riferimento all’omonimo testo del filosono e sociologo György Lukács sulle forme del rapporto tra uomo e assoluto. Gli appuntamenti seguiranno così il filo rosso che mira a indagare la rappresentazione artistica dello spirito nelle sue varie espressioni, ovvero la musica, la letteratura, la filosofia, la pittura, il teatro, il cinema.Il festival, ispirato a Dante e Shakespeare, si apre il 29 maggio al Teatro Romano con una conversazione tra Massimo Cacciari e Giancarlo Giannini. Tema: Amor ch’a nullo amato e il folle volo, ovvero una riflessione sull’amore passione nell’Inferno dantesco.Il legame tra poesia e musica, ivece, si snoda in tutti gli appuntamenti musicali: dal concerto-reading di Patti Smith, che connette rock e simbolismo, ai versi di Leonard Cohen nel gioco sacro dell’eros interpretati da Marco Ongaro; Morgan propone dopo molti anni alcune sue hit dall’album Canzoni dell’appartamento insieme a canzoni di grandi artisti, come i Pink Floyd, David Bowie, i Queen;Vinicio Capossela presenta un concerto ideato per il festival sugli incantamenti della Bellezza, mentre Paola Turci si divide tra songwriting e interpretazioni della sensibilità femminile nella canzone d’autore. Lo spirito classico della musica è invece espresso dal prodigio undicenne Alexandra Dovgan con la sua interpretazione dei preludi di Chopin.L’espressione multiforme dell’anima trova un punto di raccordo nell’arte cinematografica legata alla letteratura, al teatro, alla musica. Alessio Boni racconta la messa in scena dei protagonisti di capolavori letterari. I due più visionari maestri del cinema vengono raccontati in loro vicende emblematiche: Federico Buffa porta in scena l’epopea di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, punto di svolta nella rappresentazione del rapporto tra l’uomo e il cosmo; Andrea De Carlo narra lo stile e la personalità di Federico Fellini e la loro collaborazione; Nicola Piovani, a 20 anni dall’Oscar per La vita è bella, propone un concertato con ensemble di alcune delle più celebri musiche composte per i film di grandi registi. Il cinema d’autore italiano è raccontato da due grandi protagonisti: Matteo Garrone parla di come prende forma artistica una storia di cronaca o letteraria, Laura Morante delle sue esperienze di musa e interprete per grandi registi in film divenuti cult movie.L’indagine sull’anima conduce anche all’incontro dei due più grandi ed enigmatici eroi letterari: Massimo Recalcati riflette sulla figura di Gesù, Fabrizio Gifuni su quella di Amleto. Oltre ai capolavori di Shakespeare e Dante, il festival affronta anche l’altra somma architettura letteraria dello spirito, la Recherche di Marcel Proust, attraverso la sagace critica di Alessandro Piperno; in connessione col senso dello snobismo in Proust, sono proposti due appuntamenti sul dandismo e la vita che imita l’arte: Vinicio Capossela racconta le gesta e la sensibilità di Oscar Wilde, Giordano Bruno Guerri quelle di Gabriele D’Annunzio.Sulla genesi dell’anima e i suoi equivoci è prevista una riflessione filosofica di Umberto Galimberti; Giuliano Ferrara narra la versione aristocratica dello spirito ai tempi dell’Ancien Régime; Arturo Brachetti racconta il rapporto tra personalità e trasformazione.L’arte è come sempre protagonista di riflessioni intorno alla Bellezza. Vittorio Sgarbi porta in scena il suo spettacolo su Raffaello in prima nazionale, Melania Mazzucco analizza l’immagine della metafisica dal Beato Angelico a Paul Klee.Philippe Daverio, è invece stato scelto, quest’anno, come ‘Ambasciatore della bellezza’: in questa edizione il festival ha anche un suo ambasciatore che per la prima volta porta il festival oltre le mura di Verona proponendo riflessioni connesse a quattro teatri storici di grande tradizione artistica. Al Teatro Romano di Verona racconta un artista emblematico per il tema dell’edizione, Piero della Francesca e le sue geometrie dell’anima; al Teatro Olimpico di Vicenza il significato dell’architettura di Palladio e lo spirito delle forme; al Teatro Bibiena di Mantova una corrispondenza tra gli enfant prodige Mantegna e Mozart, superstar della loro epoca; al Teatro del Vittoriale a Gardone Riviera il sex appeal dell’arte con riferimenti alla Belle Époque.
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