L’inaugurazione sarà l’appuntamento clou del festival «Trastevere rione del cinema» organizzato dall’associazione Piccolo America capitanata da Valerio Carocci
Fu l’unico, indimenticabile, film confezionato a quattro mani dall’inizio alla fine insieme all’amico Massimo Troisi. Probabilmente è per questo che Roberto Benigni ha un affetto particolare per «Non ci resta che piangere» (1984) e ci tiene che la pellicola inauguri la nuova stagione della Sala Troisi, da poco assegnata in gestione ai ragazzi dell’associazione Piccolo Cinema America capitanata da Valerio Carocci. «La proietteremo il 10 giugno, l’ha scelta proprio Benigni – ha svelato Carocci – e si è detto sorprendentemente entusiasta di partecipare alla proiezione». Sarà l’evento clou del festival «Trastevere rione del cinema», staffetta gratuita di film e presentazioni con autori, registi e attori targata Piccolo America e realizzata con la Regione Lazio, il Municipio I e sponsor privati, in programma a piazza San Cosimato da mercoledì al 1 agosto. Un premio Oscar tra le sessanta notti di cinema messe a punto dalla più piccola e giovane esperienza culturale (ma anche sociale) in grado di lasciare un segno nel settore cinematografico e nella città. Ha il sapore di un importante riconoscimento all’instancabile attività libera da colori politici portata avanti negli ultimi anni da Carocci e i suoi, che sono convinti: «Trastevere può diventare un circuito diffuso del cinema e noi lavoriamo in questa direzione, coinvolgendo spettatori di ogni tipo con una programmazione a 360 gradi». Strutturata per filoni: commedia all’italiana, musica, documentario contemporaneo, cinema restaurato dalla Cineteca di Bologna, classici Disney e Pixar, focus su Wim Wenders e Martin Scorsese. Con un omaggio speciale a quattro maestri romani: Ettore Scola, Claudio Caligari, Remo Remotti e Franco Citti. «Perché ognuno a suo modo – spiega Carocci – rappresenta un pezzo di storia della città». Dedicate a Scola le serate di apertura e chiusura: mercoledì Paolo Virzì e Stefania Sandrelli presenteranno «C’eravamo tanto amati», mentre il primo agosto sarà la volta di Silvia Scola e Daniele Vicari per «Ballando, ballando». Al 3 giugno è fissato il tributo a Caligari, con la madre Adelina, Valerio Mastandrea, Alessandro Borghi e il cast di «Non essere cattivo». Il 21 giugno, a un anno dalla scomparsa di Remotti, Silvio Montanaro presenterà la prima proiezione pubblica del suo «Professione Remotti». E il 22 Luglio il saluto a Franco Citti con «Accattone» di Pasolini.Tra gli ospiti anche Renzo Arbore, Dario Argento, Ivano De Matteo, Ferzan Özpetek, Monica Guerritore, Kim Rossi Stuart, Barbara Bobulova. Sfileranno in una piazza San Cosimato fresca di ristrutturazione, capace di accogliere uno schermo di dieci metri e quasi duecento sedute. «La capienza complessiva, in realtà, è di 3 mila persone – ha precisato Carocci – ma preferiamo che il pubblico si attrezzi con sedie, cuscini e tappeti per sentirsi chiamato a partecipare in prima persona. Non un gesto “romantico” ma un atto simbolico per stimolare l’attivazione dei cittadini sul territorio, piuttosto che viverlo passivamente». Gli dà ragione Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio: «Questo festival ripropone un pezzo della storia della città in chiave moderna, è l’incontro tra cinema e popolo. Se pensiamo a quella che fu l’Estate Romana di Nicolini, possiamo dire che questi ragazzi ripropongono il format di un evento culturale che ha cambiato la vita culturale di Roma».
Natalia Distefano, Corriere della Sera