Curiosità Il Signore degli anelli-La compagnia dell’anello: potevano esserci Bowie e Sean Connery

Curiosità Il Signore degli anelli-La compagnia dell’anello: potevano esserci Bowie e Sean Connery

“La compagnia dell’anello” apre la monumentale trilogia cinematografica che Peter Jackson ha tratto dalla nota saga fantasy scritta da J.R.R. Tolkien: ecco 10 curiosità sul film interpretato da Viggo Mortensen, Elijah Wood, Ian McKellen, Christopher Lee,Orlando Bloom, Liv Tyler e John Rhys-Davies.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è il-signore-degli-anelli.jpg

La trilogia de “Il Signore degli anelli” ha cambiato la Storia del cinema. Per gli effetti speciali, la tecnologia e la grandezza di una saga blockbuster che si è impressa in modo indelebile nel cuore del pubblico, specie tra i fan di J.R.R. Tolkien.

La saga fantasy si apre con “La compagnia dell’anello”, prima parte del viaggio di Frodo (Elijah Wood) per distruggere l’Anello e liberare così la Terra di Mezzo dalla minaccia del malvagio Sauron. Ecco dieci curiosità sul film. Prima che la parte di Gandalf venisse affidata a Sir Ian McKellen, la produzione aveva pensato a un altro illustre baronetto del cinema britannico per il ruolo del potente mago. Nientemeno che Sean Connery: l’ex James Bond avrebbe potuto vivere una nuova fase della sua lunga e luminosa carriera, ma rifiutò spiegando di non aver capito nulla della sceneggiatura. Anche Patrick Stewart, non amando lo script, rifiutò (curioso che in X-Men Stewart lavori con McKellen, rispettivamente nei panni di Xavier e Magneto). Il casting della saga fu in generale piuttosto complicato: per Aragorn vennero contattati Nicolas Cage, Russel Crowe e Daniel Day-Lewis, che rifiutarono.

Un’altra grande star come David Bowie ha rischiato di finire nel cast: il musicista, infatti, espresse interesse per il ruolo di Elrond, il mezzelfo signore di Gran Burrone e padre di Arwen, poi interpretato da Hugo Weaving. Sarebbe stato una parte perfetta per Bowie, che aveva già interpretato un personaggio similare in “Labyrinth“. In questo caso, però, fu Peter Jackson a non volerlo, dichiarando che l’unire una star così celebre a un personaggio tanto famoso e amato sarebbe stata una decisione controproducente. Scelta oculata o svarione imperdonabile?

Sean Bean interpreta Boromir, il membro della Compagnia dell’Anello che rischia la corruzione e il tradimento. L’attore, noto anche per “Il trono di spade” e il film “Giochi di potere”, è un asso del cinema action e fantasy, ma ha una paura folle del volo e lo evita il più possibile. Per questo, nelle scene sulle montagne della Nuova Zelanda, rifiutò di prendere l’elicottero con gli altri attori e preferì fare il percorso a piedi, scalando i monti e arrampicandosi sulle cime, già perfettamente vestito da Boromir.

Non mancarono gli incidenti sul set. Sean Astin, ovvero lo Hobbit Sam, calpestò un pezzo di vetro che gli perforò completamente il piede, tanto da dover essere trasportato in elicottero al pronto soccorso e sottoposto a una medicazione con diversi punti. Liv Tyler, che interpreta la principessa degli Elfi Arwen, grande amore di Aragorn, si infortunò durante la scena in cui sfida i Nazgûl per difendere Frodo sguainando la spada (“Se volete averlo, venite a prendervelo”): accidentalmente si ferì con la lama nella coscia destra. E pensare che inizialmente la parte di Arwen doveva andare a Uma Thurman e quella di Galadriel a Lucy “Xena” Lawless. Entrambe persero il ruolo perché rimaste incinte e al loro posto vennero prese la Tyler e Cate Blanchett.

Durante le lunghissime riprese (ricordiamo che l’intera trilogia venne girata contemporaneamente), diversi attori della Compagnia dell’anello amavano surfare nel tempo libero negli splendidi mari della Nuova Zelanda, la nazione dov’è stata girata interamente la saga. Tra questi c’era Viggo Mortensen, che un giorno riportò un terribile ematoma su un lato del viso. Inutile l’impegno dei truccatori per cercare di mascherare i lividi e il gonfiore: alla fine, Peter Jackson decise di usare un accorgimento tecnico. In una scena ambientata nelle miniere di Moria, Mortensen è inquadrato costantemente di lato. Viggo dimostrò un notevole stoicismo sul set, rifiutando lo stuntman, pretendendo di maneggiare una spada di vero metallo e rientrando rapidamente sul set dopo che era dovuto correre dal dentista in pausa pranzo per essersi scheggiato un dente durante le riprese.

Sir Christopher Lee, che veste il bianco mantello del perfido Saruman, era un grande fan di J.R.R. Tolkien, nonché l’unico membro del cast e della troupe ad aver mai incontrato il leggendario scrittore, una volta in un pub. Dalla pubblicazione alla sua morte nel 2015, Lee ha letto “Il Signore degli Anelli” una volta all’anno.

John Rhys-Davies, il mitico Sallah di “Indiana Jones“, com’è noto interpreta Gimli il nano. Come nel caso degli Hobbit (che sono alti tra 80 e i 120 cm e sono stati ridimensionati con la tecnologia e una serie di accorgimenti rispetto agli altri personaggi), anche lui è stato “rimpicciolito” rispetto alle sue vere misure. Rhys-Davies è anzi il più alto degli attori della Compagnia dell’Anello: è 1,85 m.

Viggo Mortensen ha chiesto una revisione della sceneggiatura per fare in modo che Aragorn parlasse di più in lingua elfica. L’attore danese, del resto, è perfettamente a suo agio con gli idiomi: parla inglese, danese, spagnolo, italiano, francese, svedese, norvegese, catalano e arabo. L’elfico inventato appositamente da Tolkien per i suoi libri (il Sindarin) si aggiunge quindi al lungo elenco di conoscenze dell’attore poliglotta.

Il colore blu degli occhi degli elfi ne rivela la razza: gli elfi di Lothlorien hanno gli occhi azzurro chiaro mentre quelli degli elfi di Gran Burrone sono di un blu scuro. Peccato che Orlando Bloom abbia in realtà gli occhi marroni. L’attore era talvolta costretto a togliere le lenti a contatto perché dannose per le sue cornee oppure le dimenticava: per questo Bloom appare nei film con occhi di colore diverso. In taluni momenti della trilogia il team di post-produzione ne ha modificato la tinta digitalmente.

Inizialmente, Peter Jackson trattò con i fratelli Weinstein per la produzione della trilogia, prima che questa passasse alla New Line. Jackson fu felice di non dover lavorare con Harvey Weinstein, che definì “un vero bullo” che comandava “come un mafioso”. Il produttore gli impedì di assumere Mira Sorvino e Ashley Judd, che in seguito sono state tra le più accese accusatrici di Weinstein.


Valeria Morini, Fanpage.it

Torna in alto