‘Gomorra 4’, l’attesa è finita. Alleanze, lotte di potere e un nuovo rivale: le donne

‘Gomorra 4’, l’attesa è finita. Alleanze, lotte di potere e un nuovo rivale: le donne

Dal 29 marzo su Sky Atlantic la nuova stagione della serie. Dalle mani sulla città alla terra dei fuochi, una partita a scacchi tra vecchi e nuovi personaggi. Saviano: “Patrizia e Azzurra crescono. Gli uomini sono bambini spersi”

Tutto cambia, dopo l’uscita di scena di Ciro (Marco D’Amore). In Gomorra 4 Genny Savastano (Salvatore Esposito) studia da imprenditore, si occupa degli affari e della famiglia, della moglie Azzurra (Ivana Lotito), cui ha promesso una vita serena, del figlio Pietro. Ma il suo impero sembra in pericolo, comprare i terreni per costruire l’aeroporto e il centro commerciale, con l’aiuto di un insospettabile ingegnere (Andrea Renzi), facciata borghese ma spietato più di lui, non è un’impresa facile. L’erede dei Savastano dovrà usare come garanti i Levante, il ramo della famiglia legato alla madre Donna Imma. Per scongiurare una guerra affida il potere nella mani di Patrizia (Cristina Dell’Anna). Sono ancora in gioco Enzo (Arturo Muselli) e Valerio (Loris De Luna). Ma per Genny Londra è la terra promessa. Di più, non è dato raccontare. Gomorra 4 debutta da venerdì 29 marzo su Sky Atlantic, Sky Cinema, in streaming su Now Tv e Sky Go.

Tra fiction di genere e fotografia di un Paese che non ce la fa, “questa quarta stagione”, dice Roberto Saviano, autore del bestseller da cui è tratta la serie “è politica e economica. Racconta come tutto sia compromesso e mediazione. Emerge l’Italia come il Venezuela d’Europa. Una stagione dunque che ha un passo diverso. C’è la terra dei fuochi. Patrizia e Azzurra crescono. Gli uomini sono bambini spersi. Emerge la differenza tra chi vuole tutto e subito (le paranze) e chi capisce come il potere ha bisogno di tempo, bisogna imparare a gestirlo. Mentre l’unico tempo dei giovani è il presente”. “Emerge un racconto” sottolinea lo scrittore “che non ha paura di affrontare i temi di un Paese come il nostro al collasso contro la narrazione prevalente. Deve intrattenere ma anche raccontare il nostro tempo. Se non ammazzi verrai ucciso, se non fotti verrai fottuto”.

Francesca Comencini ha diretto i primi quattro episodi oltre ad avere la supervisione artistica di tutta la serie, una sorta di showrunner all’italiana, firmano gli altri episodi Marco D’Amore, Enrico Rosati, Ciro Visco e Claudio Cupellini. “Ci sembra che lo spaesamento sia la cifra di quest’anno con i personaggi che si trovano in situazioni mai provate prima” spiega Riccardo Tozzi (Cattleya), parte di Itv Studios, e Fandango in collaborazione con Beta Film “i personaggi escono più fuori, è una stagione più sentimentale”.

“Noi che ci troviamo sul set dobbiamo ogni volta ricominciare” spiega Claudio Cupellini “imparare un linguaggio, adattarci a una realtà. In questa quarta stagione le strategie si rinnovano e arrivando io a fine stagione (dirige gli ultimi due episodi, ndr) ho avuto la sensazione che si è giocata una partita a scacchi tra nuovi e vecchi personaggi. Cambiano i ruoli, Genny Savastano non è più lo stesso e nel frattempo emergono nuovi personaggi capaci di inserirsi in queste dinamiche. È una stagione diversa ma che nel suo nocciolo più forte e più vero si ritrova Gomorra”.

Dalle mani sulla città alla terra dei fuochi, il racconto torna alle origini del malaffare. “I Levante introducono il tema della camorra di campagna, quindi un altro aspetto. Abbiamo esplorato l’aspetto delle connivenze” spiegano Maddalena Ravagli e Leonardo Fasoli, autori della sceneggiatura con Enrico Audenino e Monica Zapelli. “La criminalità non è un mondo isolato ma è un potere che si infiltra nella società sana. Trova complicità nella società normale. Esplorare questi caratteri e come si lascia infiltrare è un meccanismo interessante che non avevamo visto”.

Produttori e interpreti sottolineano come Gomorra sia il prodotto di una squadra. “Mi considero il prodotto di un vivaio” dice Marco D’Amore “perché Gomorra è una meravigliosa cantera, come direbbero gli spagnoli, in cui si sono coltivati talenti. Sono emerse tante individualità. Io per esempio sono stato un giovane buon giocatore che ha avuto il merito di proporsi per questo nuovo ruolo, quello di regista, trovando il coraggio di Sky e Cattleya che hanno accolto la mia proposta”. Per Salvatore Esposito il leit motiv della stagione è il dualismo di Genny, “tra il combattere i demoni che si porta dietro dalla prima stagione e la voglia di cambiare vita per dare un futuro diverso al figlio. Indosserà una maschera di fronte agli altri e solo alla fine si avrà la cifra vera del suo percorso, verrà fuori il suo vero volto”. Nella scena in cui organizza la festa di compleanno al figlio ma nessuno ritira l’invito, c’è la sua sconfitta sociale.

Al suo fianco c’è la moglie Azzurra (Ivana Lotito), che lo protegge. “Azzurra sceglie in modo autonomo e determinato di stare con Genny. La sua forza è dare forza, crede nei talenti del marito. Desidera che lui realizzi il suo talento migliore, è una donna che ha rischiato di perdere tutto e quindi ha ancora più coraggio”. Cristiana Dell’Anna è Patrizia, una vera donna di potere. “Voglio sottolineare come la cura degli uomini verso la componente femminile in questa serie sia stata fondamentale per lo sviluppo dei personaggi femminili. Patrizia gestisce il potere alla maniera femminile non c’è assimilazione col ruolo maschile”.

La storia continua, Tozzi e Nils Hartmann di Sky annunciano la quinta stagione: “Non andiamo avanti perché è un marchio consolidato ma perché c’è qualcosa di nuovo che lo giustifica. Siamo nella fase iniziale di scrittura ma abbiamo un’idea fortissima al centro di Gomorra 5”.

Silvia Fumarola, repubblica.it

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