Dopo la pubblicazione del video ieri sera, in cui Emma Marrone canta nel nuovo singolo di Fabri Fibra, “In Italia 2024”, girato al cimitero di Busto Arsizio davanti alle arcate in cemento, è nata una polemica in città. Mentre alcuni non trovano nulla di offensivo nel luogo sacro, sui social media, piattaforma di discussione diffusa, molti esprimono decisa contrarietà e indignazione, ritenendo non rispettose le immagini e proponendo una raccolta di firme per oscurare il video.
In risposta, l’assessore al Personale con delega ai cimiteri Mario Cislaghi ha dichiarato: “Non è stata una decisione facile, che riguarda me e il sindaco. La società che ha realizzato il video ha assicurato il rispetto del luogo, il quale è stato preservato insieme alla privacy”.
Cislaghi ha aggiunto: “L’ala nuova del cimitero, che risale agli anni Settanta, è stata scelta per la sua architettura particolare, testimonianza dello stile definito ‘brutalismo’ che caratterizza molti edifici nel territorio italiano. La scelta artistica del cimitero cittadino dovrebbe essere motivo di orgoglio per la città. Non condividere questa scelta non dovrebbe tuttavia essere motivo per insulti, mentre i giovani stanno inviando messaggi di apprezzamento”.
Riguardo all’accusa di non aver rispettato la sacralità del luogo, ha concluso: “La mancanza di rispetto che addolora è quella causata dai furti, da individui che offendono la memoria dei defunti e il dolore dei familiari con le loro razzie alle tombe. Tuttavia, presto sarà difficile per loro, poiché installeremo telecamere”. Le polemiche continuano. L’ala nuova del cimitero di via Lonate, un ampliamento progettato dall’architetto Luigi Ciapparella, è uno degli esempi del ‘brutalismo’ italiano presenti nel libro fotografico di Roberto Conte e Stefano Perego, intitolato “Brutalist Italy”, che raccoglie 146 immagini di edifici italiani in cemento armato a vista costruiti principalmente tra gli anni Sessanta e Ottanta del Novecento.