Per molti anni, Ciao Darwin è stato considerato il capro espiatorio da coloro che reputano importante guardare la televisione solo per programmi culturalmente rilevanti. Tuttavia, sotto la guida di Paolo Bonolis, questo varietà ha trasmesso messaggi di rilevanza sociale, sfruttando la sua confezione apparentemente leggera.
Mentre molti si soffermavano sugli aspetti più superficiali dello spettacolo, come i primi piani dei fondoschiena delle ballerine o le reazioni divertite del pubblico di fronte a scene spettacolari, Bonolis ha lentamente gettato le basi per un programma che parlasse a tutti, giovani e anziani, mettendo in luce spesso i limiti intellettuali di un Paese incline a prendersi troppo sul serio.
Oltre ai momenti comici, Ciao Darwin ha mostrato un lato umano che richiedeva un po’ di ordine per capire la sua direzione. Episodi in cui Bonolis ha suggerito che le differenze tra italiani e stranieri non esistessero veramente, o in cui ha sottolineato che la squadra dei Gay non era fatta solo di stereotipi, hanno dimostrato la profondità del programma.
La costruzione narrativa sapiente e il ruolo di Bonolis hanno trasformato il racconto dell’evoluzione della specie in una finestra sul paese reale, mostrando le sue sfumature e le sue contraddizioni. Ciao Darwin ha rappresentato per lungo tempo un fastidio velato per gli italiani, costringendoli a confrontarsi con i loro difetti più evidenti, anche quelli difficili da ammettere.
Con il passare del tempo, il programma ha affrontato un mondo in evoluzione, ma anziché adattarsi, ha continuato a seguire la propria strada, affrontando tutti i rischi. Nonostante le critiche sulla rappresentazione delle donne in TV e sull’ignoranza esibita in prima serata, Ciao Darwin è stato in grado di far ridere insieme agli italiani, non di loro.
Ora che è giunto al termine, con Paolo Bonolis commosso nel congedarsi dal pubblico il 23 febbraio su Canale 5, alcuni vedono questa fine come una vittoria, altri con rammarico. Tuttavia, siamo certi che in futuro Ciao Darwin sarà rivalutato, permettendoci di apprezzare appieno ciò che ha rappresentato durante il suo ciclo vitale.