COLLETTIVO STATO SOCIALE: “LA COPPIA E IL SUCCESSO? SONO SOLO MITI DA SFATARE”

COLLETTIVO STATO SOCIALE: “LA COPPIA E IL SUCCESSO? SONO SOLO MITI DA SFATARE”

Tradizione e influenze ‘nippopop’: arriva il nuovo album della band bolognese, in uscita il 10 marzo

LO STATO SOCIALETra i suoi Miti d’oggi, Roland Barthes dovrebbe riscrivere completamente i due capitoli che toccano (peraltro in maniera piuttosto laterale) i temi dell’amore e del lavoro. Per fortuna adesso ci pensano i bolognesi Lo Stato Sociale nel nuovo album intitolato, appunto, Amore, lavoro e altri miti da sfatare. E lo fanno molto bene con una dosatissima miscela di ironia, introspezione e zero vittimismo. Albi, Bebo, Lodo, Carota e Checco si definiscono con parole d’altri tempi ‘un collettivo’. E fanno sul serio pur senza vantare militanze o riferimenti a una particolare ideologia: “Certo, siamo di sinistra ma non abbiamo memoria storica se non gli Skiantos, talmente geniali che ogni tanto ci diciamo: ‘perché non facciamo una cosa tipo fare un concerto senza suonare’ e poi scopriamo che loro l’hanno già fatto”.
Essere un collettivo significa per esempio che tutti si avvicendano al canto oppure a suonare diversi strumenti. “Sì, esatto, ma ognuno ha le sue caratteristiche per cui chi è più intonato fa i brani più tradizionali, un altro rappa e così via”. Anche il libro uscito nel giugno del 2016, Il movimento è fermo, è firmato semplicemente Lo stato sociale, “anche se in realtà è stato scritto da due di noi ma tutti hanno partecipato al processo di costruzione con i loro pareri”.
Un collettivo dunque. Ecco perché li facciamo parlare a una sola voce (ma il motivo vero è che l’alternanza perfetta e imparziale tra cinque elementi sarebbe assai complessa da rendere in un’intervista): “Certo, fai pure, anzi è un’idea fantastica”. Quello che Lo Stato Sociale racconta nelle sue canzoni è forse difficile da capire per chi ha dai trent’anni anni in su e ha conosciuto un mondo in cui qualche sicurezza in più ancora esisteva. “Per la prima volta il titolo del nostro disco è proprio un riassunto del contenuto mentre in passato abbiamo usato frasi a effetto come Turisti della democrazia o L’Italia peggiore. Ci siamo ritrovati a 25 anni ad attraversare la più grande crisi economica e sociale di questo secolo. Tra i miti da sfatare oggi ci sono la coppia, il successo, i bamboccioni che vorrebbero tutto facile o il suo contrario per cui questa generazione non protesta abbastanza contro i diritti che gli vengono negati. E anche quello di internet come soluzione a tutti i problemi”. Non a caso il brano che apre l’album, Sessanta milioni di partiti, recita: ‘Ricordati di ringraziare per una vita in tempo reale/ a trasmissione globale in differita satellitare con problemi di connessione/ schiavo dei soldi, schiavo del tempo, della moda del momento e poi muori'”…
“Questo è un paese governato da vecchi o da giovani che sembrano già vecchi: una classe politica che non si rende neanche conto di non avere niente a che fare con la realtà e da media cosiddetti ‘generalisti’ che dedicano spazi enormi alla politica ma non gli importa nulla di quello che succede a livello sociale o culturale, artistico e musicale: non si parla di niente che non sia consolidato da un successo pluriventennale”. La rappresentazione della coppia ne esce devastata: in Amarsi male, singolo ‘nippopop’ con oltre un milione di visualizzazioni, si canta in maniera leggiadra un ritornello che dice: ‘Non ci sarà mai il tempo di fare quello che ci va/ tra qualche scaffale di scarpe col tacco e una giungla di tofu e seitan/ mandiamo tutta la nostra poesia a puttane’.
“Le relazioni di oggi subiscono la precarizzazione delle esistenze e quindi vivono una perenne mancanza di prospettiva legata anche a un devastante senso di frustrazione per non ottenere ciò che le generazioni precedenti avevano, per esempio un lavoro adeguato agli studi compiuti. Al tempo stesso c’è anche una precoce voglia di costruire una coppia come unico punto sicuro ma questa idealizzazione purtroppo il più delle volte finisce per naufragare”. Infatti in Eri più bella come ipotesi sembrate rifiutare questa idea dicendo che bisogna “bruciare sempre spegnersi mai”…”In realtà quel testo è ispirato a uno scritto di Harold Pinter in cui si racconta la fine del sogno politico ’68/’77 come fosse la storia del rapporto tra due amanti che non funziona più. In metafora è la storia di tante persone che si arrendono e smettono di brillare ma fino a quel momento la luce che emanavano era la più bella mai vista…”.
Infatti come recita il titolo di un altro brano Nasci rockstar, muori giudice a un talent show: è una velata critica a Manuel Agnelli? “L’abbiamo scritta molto prima che Manuel annunciasse la sua decisione e abbiamo le prove. In realtà parla di noi: vuoi fare la musica per essere libero da tutto e poi comunque entri in un meccanismo per cui se cominci ad avere successo improvvisamente passi da essere considerato un fricchettone che non lavora e fa le canzoncine a qualcuno a cui guardare con rispetto. Dopo che abbiamo fatto il Palasport a Bologna e adesso che ci apprestiamo a fare il Forum a Milano, il 22 aprile,
senti che la percezione attorno a te cambia: non è più importante se sei uno strano. Questo porta a farti delle domande”.
Ma voi lo fareste il giudice a X Factor? “Solo se ci prendono tutti e cinque. Siamo un collettivo o no?”.

LA REPUBBLICA

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