«Oggi si può diventare una popstar anche senza vendere dischi: basta avere followers». Tour europeo dal 15 marzo: «Ritrovo il mio pubblico di fedelissimi»«Oggi si può diventare una popstar anche senza vendere dischi: basta avere followers». Tour europeo dal 15 marzo: «Ritrovo il mio pubblico di fedelissimi»
Mariah Carey: una che nella sua carriera è diventata l’artista femminile con il maggior numero di vendite di tutti i tempi (55 milioni di album), here ma che da troppo tempo faceva parlare di sé solo per capricci, business e avventure extra musicali. «Per questo riparto per un lungo tour e soprattutto torno in Europa, per ristabilire il contatto con il mio pubblico». Lo dice con quella voce morbida, di chi vuole farsi perdonare troppi anni di latitanza. Lo scorso 2 febbraio ha iniziato il rodaggio dello show a Las Vegas, dove è tornata ad abitare. Il 15 marzo atterrerà in Europa, aprendo a Glasgow lo «Sweet Sweet Fantasy Tour». «Dopo 13 anni salirò sul palco anche in Italia: canterò i brani migliori della mia carriera per ripagare la fedeltà delle mie legioni di fan, i miei “agnellini”». Il 16 aprile al Forum d’Assago sarà l’unica tappa italiana. In scaletta (anche) i 18 singoli che Mariah ha piazzato al numero 1 nella sua carriera. «I pezzi che ora ho nel cuore sono “Infinity”, “Fantasy” e “We Belong Together”». Ma oggi le regole per avere successo sono cambiate. «I social network hanno ribaltato le priorità: molti artisti pensano più a mostrarsi durante la giornata piuttosto che a concentrarsi sulle canzoni. Adesso si può diventare una star anche senza vendere milioni di dischi: basta avere followers». A 45 anni, la nuova verve artistica passa da una ritrovata pace interiore, nonostante il fratello Morgan rilasci interviste raccontando il suo timore di vedere la sorella finire stesa come Whitney Houston («ultimamente non la vedo mai sobria»). Mariah invece sbandiera le sue 13 ore al giorno di sonno circondata da umidificatori («da quando sono bambina ho dei noduli alla gola, posso raggiungere certe note solo se sono molto riposata»). Si rilassa in sauna e sta volentieri ai fornelli: una passione nata quando era incinta dei due gemellini Moroccon e Monroe, avuti con l’ex marito Nick Cannon, rapper e attore americano, dieci anni più giovane di lei. Negli ultimi anni, la cantante newyorchese ha vissuto le altalene dell’amore. Dopo storie con fidanzati molto più giovani di lei, Mariah ha scelto il romanticismo del miliardario australiano James Parker, 48 anni, che l’ha conquistata l’estate scorsa con un diamante da 10 milioni di euro («l’anello è così pesante che non riesco ad alzare il braccio»). In calendario, triple nozze, con party su una spiaggia australiana, uno a Disneyland (officianti Minnie e Topolino) e a Las Vegas (si vestirà da Cleopatra). Oltre al lato femminile, c’è quello femminista. «Non mi sento Gloria Steinem, ma a modo mio sostengo il rispetto per le donne». Tra le donne che hanno segnato la sua vita c’è invece Aretha Franklin. «In casa tengo esposta una foto con lei quando nel 1998 facemmo lo show televisivo di beneficenza “Divas”». E poi c’è anche l’amore per la musica. Se cerchi di avventurarti nella sua playlist del momento salta fuori il nome che non ti aspetti. «Adoro il rap di The Weeknd». La voglia di aprire le orecchie, ma senza nessuna ambizione di scoprire talenti o passare dalle giurie di un talent show. Ora c’è una donna sola al comando. «In giro non vedo una nuova Mariah Carey: la mia voce non ha eredi». Per qualcuno alle porte ci sarebbe un duetto con Beyoncé: le due regine del décolleté hanno lo stesso manager (John Schwartz), pronto a fare bingo. «A questo punto della mia vita non sento il bisogno di collaborare con nessuno, a meno che non sia un grandissimo artista. E trovo ridicolo chi lo fa solo per aggiungere un gettone alla carriera senza costruire niente di nuovo. Ho altri sogni: oltre a recitare e cantare mi piacerebbe scrivere la colonna sonora di un film».
di Stefano Landi, Il Corriere della Sera