Fabrizio Moro: “A Sanremo un brano dedicato a chi mi ha salvato dalla parte più brutta di me”

Fabrizio Moro: “A Sanremo un brano dedicato a chi mi ha salvato dalla parte più brutta di me”

“Il brano per Sanremo è nato durante la stesura della sceneggiatura del mio primo film da regista, ‘Ghiaccio’, ispirato dalla storia del protagonista, dalla storia d’amore che vive con la sua compagna: una scintilla che ho poi riversato sulla mia vita, perché è la prima volta in cui decido di dedicare le parole del brano a una persona particolarmente importante per me, che in questi due anni mi ha salvato dalla parte più brutta di me stesso“. E’ quanto confessa all’AdnKronos il cantautore Fabrizio Moro, ora anche regista con il film ‘Ghiaccio, che sarà in gara fra i big al ‘Festival di Sanremo’ con la canzone ‘Sei tu’.

Nel testo, scrive che “la mia vita è cambiata, hai visto i miei sbagli e non l’hai giudicata”. Ma Fabrizio Moro che giudice è stato dei sui stessi sbagli? “Mi sono sempre giudicato con molta severità per gli sbagli che ho commesso nella mia vita – risponde il cantautore romano – Ho sbagliato anche a voler sempre essere un perfezionista, un difetto che mi è probabilmente derivato dalla mia insicurezza: da qui, l’esigenza per me di essere sempre preciso, forte, talentuoso, perfetto in tutto… E l’insicurezza a volta ti fa sbagliare. Ma l’importante è che attraverso questi sbagli si riesca a capire qual è il percorso giusto da fare. Se è vero che sbagliando si impara, allora vuol dire che si riesce poi anche a mettere da parte quella insicurezza che ti porta a sbagliare”.

In un altro brano, ‘La mia voce’, afferma che “non potete e non dovete ignorare la mia voce e la mia sete”. Ma di cosa oggi ha sete Fabrizio Moro? “La sete più forte in questo momento è quella di tornare a suonare dal vivo, dopo uno stop lungo due anni”. Ripercorrendo la sua carriera, da quel 2007 in cui con il brano ‘Pensa’ trionfò a Sanremo Giovani, riconosce: “Non pensavo che il mio percorso artistico mi avrebbe portato così lontano, però lo speravo ed ero già consapevole che la strada sarebbe stata lunga e difficile ma che al tempo stesso che ero abbastanza allenato e con le spalle larghe per riuscire a percorrerla fino in fondo”. Quanto alla ‘seconda vita’ da regista, Fabrizio Moro osserva che “il cinema ha sempre viaggiato in parallelo con la musica, per le mie passioni”.

Enzo Bonaiuto, Adnkronos

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