Dopo il successo del debutto in A star is born con Lady Gaga, ecco i dettagli di Maestro, il progetto che lo porta di nuovo nella Penisola
Inarrestabile Bradley Cooper: dopo il debutto da regista per A star is born, l’attore torna dietro la macchina da presa per il film Maestro. Grande gioia per i fan italiani: le riprese avverranno proprio in Italia a partire da maggio. Il progetto, targato Netflix, porta il 47enne a cimentarsi con un’altra impresa monumentale, dopo le fatiche dell’ultimo progetto La fiera delle illusioni.
Di recente ha inondato la stampa con dichiarazioni sulla difficoltà di girare il primo nudo frontale della carriera per poi lasciare i fan totalmente delusi. Performance attoriali a parte, Cooper ha confessato al collega Premio Oscar Maheshala Ali i suoi progetti durante la chiacchierata Actors on Actors di Variety. «Da bambino ho sempre voluto fare il direttore d’orchestra. Ne ero talmente ossessionato da aver chiesto a 8 anni una bacchetta a Babbo Natale. Ascoltavo la musica, mi innamoravo delle note e riuscivo a riconoscere ogni singolo passaggio di un brano, per esempio l’Opera 35 in D maggiore di Tchaikovsky, nel concerto di violino. Conoscevo tutto alla perfezione anche se in realtà non avevo familiarità con il linguaggio della musica, ovviamente».
La genesi del biopic sul musicista e direttore Leonard Bernstein aveva subito attirato l’attenzione di Steven Spielberg che voleva Cooper come protagonista, ma all’epoca era nel bel mezzo della realizzazione di A star is born e ha declinato l’offerta, per quanto allettante fosse. Però gli ha chiesto: «Ho sempre pensato di poter interpretare un ruolo simile ma potrei fare delle ricerche per capire se posso scrivere e dirigere la storia? Me lo lasceresti fare?». La risposta è stata ovviamente affermativa, gli ha lasciato del tempo e gli ha ceduto il progetto e Cooper vi si è dedicato per oltre quattro anni e mezzo. Non prima però di vedere una parte del montato di A star is born: a Spielberg ha mostrato la scena in cui Jackson e Ally cantano Shallow e in quel momento ha conquistato il cuore del papà di E.T., che senza riserve gli ha affidato il progetto.
Ad affiancarlo sul set ci saranno Carey Mulligan, reduce da Una donna promettente (il gioiellino che l’ha portata ad un passo dal Premio Oscar), e Jeremy Strong (Succession).
Prima di abbracciare questa nuova avventura, però, Cooper voleva adattare il poema epico Il Paradiso perduto di John Milton: desiderava non solo dirigerne la trasposizione cinematografica, ma anche scriverla. A The Hollywood Reporter, però, aveva confessato che due grossi ostacoli lo hanno fatto desistere: il budget e gli effetti speciali.
Ha poi rivelato che la vera svolta nella carriera è arrivata con American Sniper: da quel momento ha deciso che non si sarebbe limitato ad essere un attore su chiamata, ma avrebbe voluto creare da solo l’arte che avrebbe servito. «Ci ho pensato perché i registi che ammiravo non mi offrivano alcuna parte, avevano già deciso se fossi giusto o meno per un ruolo». Ecco, allora, perché ha deciso di seguire una storia dall’inizio alla fine e alle sue condizioni soltanto.
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