Il marchio “made in Italy” – oltre che per l’olio d’oliva o il vino – adesso arriva anche per i programmi televisivi, a partire dai film e dalle fiction, dalle serie tv e dai documentari. Il Garante per le Comunicazioni (l’AgCom) chiede che l’indicazione di provenienza sia presente intanto nei cataloghi delle emittenti che operano in streaming. Questi cataloghi – come noi tutti constatiamo ogni giorno – sono sul web e ci mostrano in successione decine di copertine di film, fiction, documentari. Noi poi clicchiamo su una specifica copertina, per guardare il prodotto tv che ci interessa. E proprio la copertina avrà un bollino con la scritta “made in Italy”, o più semplicemente “Italia” o – ancora – “Ita”. L’emittente in streaming potrà anche segnalare i programmi francesi, tedeschi, olandesi, danesi. L’importante è che almeno il 30 per cento delle opere televisive del catalogo online abbia una provenienza italiana o quantomeno europea. Provenienza che sarà segnalata, appunto, da un bollino “doc” ben visibile. Dovranno rispettare la regola, per il momento, l’Infinity di Mediaset, Chili Tv, Now Tv che è proprietà di Sky, TIM Vision, Vodafone TV. Tutte queste realtà, con i loro cataloghi, rientrano nel radar della decisione del Garante.
Probabilmente sia Netflix sia Amazon Prime, che hanno un passaporto extra europeo e sono editori web internazionali (“over the top”, dicono gli esperti), tenteranno di sottrarsi a questa segnaletica e a queste regole. Ma il pronostico del Garante è che editori come Netflix e Amazon Prime saranno investiti loro pure da queste norme, appena l’Italia recepirà e attuerà la direttiva europea Smav votata dal Parlamento Ue a settembre (quella che regola anche le questioni del copyright). Per capire il senso della segnaletica di provenienza, bisogna fare un passo indietro. Il Garante interviene in questo campo – con due sue delibere – perché chiamato in causa da una legge. Il decreto legislativo 204 del 2017 ha imposto alla Rai, alle televisioni private come Mediaset o Sky, infine alle emittenti in streaming di sostenere maggiormente le opere tv italiane ed europee, in particolare quelle realizzate da produttori indipendenti. Tutti questi editori televisivi dovranno produrre, acquistare, trasmettere dei programmi italiani ed europei in quantità certe, che vengono ampliate rispetto alla legge precedente, del 2005.
Il Garante doveva dettare alcune regole operative, in questo campo. E uno dei suoi atti illustra agli editori tv – appunto – come segnalare la provenienza (italiana, europea) dei programmi quando questi sono in un catalogo fruibile in streaming. Il bollino è una delle strade suggerite, caldeggiate. Certamente la più pratica. Ma gli editori sono autorizzati a percorrerne anche altre. Potranno dare vita – ad esempio – a degli eventi promozionali, di durata mensile. Del tipo: “Guarda per 30 giorni il grande cinema di Fellini a metà prezzo”. Oppure realizzare campagne di valorizzazione di opere tv italiane ed europee sui social network più frequentati.
Aldo Fontanarosa, Repubblica.it