Javier Bardem dalla parte di Woody Allen. Il marito di Penelope Cruz torna a parlare delle accuse di molestie contestate dalla figlia adottiva del regista Dylan Farrow e ribadisce la sua vicinanza al collega, con cui nel 2008 lavorò al film Vicky Cristina Barcelona.
Le parole di Javier Bardem in difesa di Woody Allen
«Puntare il dito contro qualcuno è molto pericoloso se non è stato legalmente dimostrato. Oltre a ciò, sono solo pettegolezzi» – ha spiegato Javier Bardem in un’intervista al Guardian, commentando la reazione di Rebecca Hall e Timothée Chalamet, che hanno deciso di rinunciare al loro stipendio per il film A Rainy Day In New York di Allen, devolvendolo in beneficenza.
«A dire la verità, non seguo nulla di tutto ciò, le cose dette dalle persone – ha dichiarato Javier Bardem, appelandosi al principio di presunzione di innocenza –. Cerco di seguire la logica, seguiamo le regole che esistono per stabilire se qualcuno è colpevole o innocente». Prima di aggiungere: «Se il caso viene riaperto e viene dimostrato che è colpevole, sarò il primo a dire ‘Che cosa orribile’. Ma finora non è accaduto».
Già nel 2018, Javier Bardem si era schierato con Woody Allen, dichiarando: «Se ci fossero prove che Woody Allen è colpevole, allora sì, avrei smesso di lavorare con lui, ma ho dei dubbi». Come lui, anche la co-protagonista di Vicky Cristina Barcelona Scarlett Johansson nel 2019 difese il regista dalle accuse di molestie: «Amo Woody. Gli credo e lavorerei con lui in qualsiasi momento».
Le molestie contestate da Dylan Farrow risalirebbero al 1992, quando la figlia aveva solo 7 anni. L’accusa è sempre respinta con veemenza da Woody Allen, che sulla vicenda – va ricordato – è stato indagato, ma mai incriminato.
Elena Fausta Gadeschi, leggo.it