La star del film cult datato 1987 sarà Gwen Shamblin, guru americana di una dieta cristiana in una nuova docuserie dal titolo “Starving For Salvation”
Per Jennifer Grey non è più tempo di “Dirty Dancing”. La star del film cult con Patrick Swayze del 1987, 62 anni, è apparsa sui social in una veste completamente nuova.
Irriconoscibile, con i capelli biondi e voluminosi, l’attrice si è trasformata per entrare nel suo nuovo ruolo: “Chiamatemi Gwen”, ha scritto nella didascalia. La Grey sarà infatti Gwen Shamblin, guru americana, fondatrice del programma dietetico cristiano “The Weigh Down Workshop” e morta a 66 anni l’anno scorso quando il suo aereo si è schiantato in un lago, in una nuova docuserie, “Starving For Salvation”.
Il film racconterà la storia di questa controversa “santona”, il successo raggiunto con il suo programma dietetico ispirato al culto cristiano e la sua mega chiesa Remnant Fellowship fondata nel 1999 nel Tennessee,
“Starving For Salvation”, segue l’uscita nel 2021 del documentario HBO Max “The Way Down: God, Greed and the Cult of Gwen Shamblin”, dalla regista vincitrice di un Emmy Marina Zenovich, che racconta, attraverso le testimonianze dei sopravvissuti della chiesa alcuni dettagli poco edificanti delle diete seguite e il lavaggio del cervello che hanno dovuto affrontare.
Nel 1986, Gwen Shamblin ha fondato il Weigh Down Workshop, un programma cristiano di perdita di peso che essenzialmente chiedeva ai suoi membri di sostituire Dio al cibo. Presto i workshop sono decollati, grazie al passaparola, in molte chiese in tutto il paese e anche all’estero. Tuttavia, nel corso degli anni, la chiesa di Gwen e la stessa guru sono stati coinvolti in controverse vicende riguardanti il loro metodo.
A contribuire all’enorme successo del Weigh Down Workshop di ispirazione cristiana anche un ricco merchandising, magliette, cappelli e molti libri tra cui la vera e propria bibbia della dieta, Weigh Down Workshop Diet pubblicato nel 1997, che ha venduto più di 1,2 milioni di copie.
Il messaggio principale di Gwen è che l’amore per il cibo dovrebbe essere trasferito all’amore per Dio, questo permette di tagliare a metà le porzioni di cibo e mangiare solo quando si ha fame.
“Invece che prendere cibo, dalle 15 alle 20 volte al giorno, corri da Dio”, diceva.
Tra le accuse che avevano colpito l’autrice e guru della dieta quella che la sua chiesa sostenesse la disciplina fisica dei bambini, come avevano dichiarato molti ex adepti. “Il modo per addestrare (i suoi figli) è sculacciarli finché non piangono. Due membri della chiesa, Joseph e Sonya Smith, sono stati condannati per omicidio per la morte nel 2003 del loro figlio di 8 anni, Josef, che “è morto per i colpi alla testa”.
“Dirty Dancing” il sequel
Pochi mesi fa è intanto arrivata la conferma che Jennifer Grey sarà la protagonista e la produttrice esecutiva del sequel di “Dirty Dancing”. La conferma è arrivata dal CEO di Lionsgate, Jon Feltheimer che ha spiegato: “Sarà esattamente il tipo di film romantico e nostalgico che i fan stavano aspettando e che lo hanno reso il titolo più venduto nella storia dell’azienda”.
Il successo planetario
Un Golden Globe e un Oscar per il brano “(I’ve Had) The Time of My Life”, di Frank Previte, John DeNicola e Donald Markowitz, con oltre 40 milioni di copie della colonna sonora vendute. Insomma un successo planetario anche di pubblico, con oltre 200 milioni di dollari al botteghino di tutto il mondo (a fronte di un budget di soli 5 milioni).
La pellicola originale uscita nel 1987 è diventata immediatamente un cult, catapultando gli attori Jennifer Grey e Patrick Swayze, morto nel 2009 a soli 57 anni, all’apice della fama.
La malattia di Swayze
Protagonista iconico e indimenticabile di film come “Ghost” e “Dirty Dancing”, Patrick Swayze è morto all’età di 57 anni dopo una lunga lotta contro il cancro al pancreas. La star aveva scoperto di essere malato nel gennaio 2008, e dopo un ciclo di chemioterapia la sua salute era migliorata, tanto che aveva ricominciato a lavorare nella serie televisiva “The Beast”. Ma all’inizio del 2009 le sue condizioni si erano di nuovo aggravate.
Non ha tuttavia mai abbandonato il set e le sue passioni: “Continuerò a combattere fino a quando la medicina non troverà una cura alla mia malattia”, aveva detto.
In “Dirty Dancing”, la sua interpretazione più nota, dove esprime, oltre alle sue doti di attore, quelle di star della danza, è Johnny Castle, un maestro di danza in un villaggio turistico in America, che si innamora, ricambiato, lui che viene dai bassifondi, della giovane Babe, ragazza di buona famiglia in vacanza con papà e mamma. Tutta la storia di questo amore contrastato e fuori dagli schemi ruota intorno al ballo: lui è l’istruttore di danza del villaggio e proprio questa sua passione contagia anche Babe. Una qualità che gli è valsa anche il premio come uno dei migliori ballerini della storia del cinema con il Rolex Award.