Fabrizio Salini, amministratore delegato della Rai, è molto preoccupato su ipotesi di ulteriori prelievi forzosi sul canone Rai. Che già nel 2018, come risorse raccolte, era inferiore a quanto assicurato alla Rai nel 2013, quando l’evasione era attorno al 30% e non era stata ancora adottata la formula del «canone in bolletta elettrica». In audizione in commissione di vigilanza Rai, infatti, ieri Salini ha sottolineato come possa «sembrare paradossale, ma la raccolta del canone oggi è al di sotto di quella del 2013: ammontava a 1.655 milioni di euro nel 2013, è scesa a 1.637 milioni di euro nel 2018».
Insomma, l’inserimento del canone in bolletta elettrica, alla fin fine, non ha portato ad alcun extra gettito per Rai. C’è stato l’abbassamento dell’importo unitario del canone, sceso a 90 euro all’anno contro i 113,5 del 2015. Ma c’è dell’altro: «Su quanto dovuto a Rai viene tolto annualmente un 5%, altri 85 milioni di euro. Tra tasse di concessione governativa e Iva la Rai lascia sul campo altri 150 milioni di euro che le arrivano dai cittadini. In questi anni le trattenute da parte dello Stato sono passate da 132 milioni di euro a 345 milioni di euro. Dunque è bene che si sappia, e che lo sappiano tutti quelli che pagano il canone, di quei 90 euro a Rai ne arrivano solamente 74,8. Ora si propone in legge di bilancio 2020 di prelevare un ulteriore 10% da dedicare al fondo per il pluralismo. Ecco», commenta con toni accesi Salini, «premesso che il legislatore è sovrano, permettetemi di sottolineare il fatto che è difficilissimo, per non dire impossibile, amministrare un’azienda che non ha certezza di risorse. Con questa serie di iniziative che minano profondamente il finanziamento di Rai si rischia di rendere estremamente difficoltosa, se non addirittura di bloccare, l’applicazione del piano industriale 2019-2021».
Entrando poi nello specifico sullo stato avanzamento lavori del piano stesso, Salini ha ribadito che è in corso un riposizionamento dei canali generalisti Rai, e in particolare di Rai Due (dove il direttore Carlo Freccero uscirà tra pochi giorni), individuando «un mix di generi più adatto alla nuova caratterizzazione del canale che dovrà spostarsi su target di pubblico più giovani. L’analisi dell’offerta attuale delle generaliste», prosegue Salini, «ha evidenziato alcune sovrapposizioni di generi e di target che dovranno essere superate con il nuovo modello di palinsesto e il nuovo posizionamento dei canali. Per Rai Due è stata evidenziata la necessità del cambiamento della struttura di palinsesto nel day time, valutando il suo popolamento con nuovi prodotti, come ad esempio di genere factual e comico, lasciando spazio alla sperimentazione di titoli multipiattaforma. La rete dovrà avere una sua forte identità, per differenziarla dalle altre generaliste».
Sul fronte informazione, «sono state elaborate le linee guida editoriali/grafiche del nuovo portale unico dell’informazione, declinate per tutte le piattaforme. Tutto questo in attesa delle valutazioni di competenza di questa commissione», dice Salini, «parere per il quale siamo in attesa anche per procedere con il processo di aggregazione delle testate Rai News24, Televideo, RaiNews.it e Tgr».
Qualche commissario polemizza infine sugli eventuali eccessivi costi della trasmissione Viva RaiPlay di Fiorello, ora solo in diretta su RaiPlay, e sulle scarse interazioni social («50 mila, contro le 600 mila de Il Collegio»): «Da un punto di vista dei costi», risponde Salini, «l’evento di Fiorello è completamente ripagato dagli introiti pubblicitari. L’obiettivo era di fare una trasmissione live, un unicum sulle piattaforme ott che invece si concentrano in genere su film e serie tv, e di avvicinare alla piattaforma RaiPlay un pubblico con poca confidenza col digitale. Continueremo su questa strada, puntando su nuovi format live».
ItaliaOggi