Renato Zero “chiama” Mattarella: “Dopo quello che ho fatto merito un riconoscimento dallo Stato”

Renato Zero “chiama” Mattarella: “Dopo quello che ho fatto merito un riconoscimento dallo Stato”

L’artista romano, in giro per l’Italia con il suo tour “Zero a Zero”, si toglie qualche sassolino dalla scarpa

Renato Zero non si ferma mai. L’artista romano è in giro per l’Italia con il tour “Zero a Zero“, per lui l’ennesimo bagno di folla ed entusiasmo. “Ovunque vada, nei miei confronti c’è quasi devozione – racconta in una intervista al “Messaggero” -. I giovani mi chiamano maestro, gli anziani mi vedono e si commuovono…”. Una consolazione per quello che, secondo lui, gli è stato invece negato dallo Stato: “Non partecipa alle sventure e ai trionfi degli italiani, riscuote e basta – afferma -. Un riconoscimento per tutto quello che ho fatto penso di meritarmelo”.

Quello di Renato Zero è quasi un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che però non riguarda solo se stesso ma tutta una serie di persone che a suo parere meriterebbe di veder riconosciuti dei meriti, artistici e non. Zero si riferisce “a tutti quei grandi lavoratori che mandano avanti la baracca. L’Italia ha bisogno di brava gente che faccia da esempio per tutti, ma chi può farlo deve gratificarli”.

Un personaggio avanti sui tempi

Guardando al proprio percorso l’artista romano rivendica il fatto di non essersi mai sottratto a cambiare in meglio l’Italia con la sua musica. “A 17 anni, per esempio – sottolinea -, ho scritto ‘Qualcuno mi renda l’anima’ contro la pedofilia”. Un brano uscito poi nel 1974, decisamente avanti sui tempi, come del resto era avanti sui tempi, in particolar modo per la realtà italiana, il “personaggio” Renato Zero. “Alla fine degli Anni 60 uno come me non si era mai visto” dice, ricordando che per portare avanti la sua libertà di essere spesso se l’è vista brutta. Non sono mancate aggressioni, momenti di tensione e di rischio, ma il più delle volte ne è uscito grazie alla dialettica. “A chi mi voleva picchiare chiedevo ‘Perché mi odi? Cosa ti ho fatto? Ragioniamo’. E glielo dicevo in italiano forbito, li spiazzavo”. 

Lo scetticismo su Achille Lauro e Rosa Chemical

Superata la boa dei 70 anni Renato Zero è attivo più che mai, tra nuove pubblicazioni e tour. E d’altronde eredi che possano prendere il suo posto in giro non se ne vedono. “Tanti giovani, visto che non ci sono più quei discografici che scelgono e fanno crescere, fanno solo copia e incolla” si lamenta. E se qualcuno gli cita Achille Lauro e Rosa Chemical come personaggi a lui affini e che abbiano guardato al suo modo di intendere lo spettacolo, la risposta è cortese ma decisa: “Io dovrei essere contento di certe attenzioni, però a me piace l’originalità. Amo chi ha una sua identità”.

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