Botanico e orticoltore ai Royal Botanic Gardens di Londra, Carlos Magdalena ha dedicato la propria vita a girare il mondo per salvare le specie vegetali a rischio estinzione. E, ad un libro edito da Aboca Edizioni, ha affidato le proprie avventure
Carlos Magdalena si fa chiamare «il Messia», ma con la religione ha poco a che spartire. Sebbene l’aspetto dell’uomo possa far pensare che, al di sotto dei capelli lunghi, egli nasconda la semplicità un po’ trascendentale del «santone», Magdalena è un botanico: un orticoltore impiegato alla Tropical Nursery dei Royal Botanic Gardens, a Londra, dove ha messo a punto tecniche pionieristiche per favorire la riproduzione delle specie vegetali. Cura le piante, Magdalena, non le anime. Eppure, alle foglie verdi, agli arbusti, ai cespugli, si è votato con la stessa serietà che sarebbe chiesta ad un uomo pio.
Della propria passione per quel che nasce dalla Terra ha, cioè, fatto una filosofia di vita, oggi raccontata in un volume autobiografico che finisce per invitare all’azione chiunque abbia un buon proposito. Perché, come già disse Ghandi, si possa imparare ad essere «il cambiamento che si vuole vedere nel mondo».
Il Messia delle Piante (Aboca Edizioni, 2019, pp. 272, € 18), nelle librerie italiane, è dunque il resoconto di un’esistenza in cui la passione ha assunto le forme di una missione etica. Di uno scopo a beneficio della collettività, perché Magdalena, dal solo ruolo di botanico, si è affrancato presto, battendosi per la salvaguardia della biodiversità (anche) a proprio rischio e pericolo.
Carlos Magdalena, che le proprie avventure ha voluto affidare alla memoria della carta, ha girato il mondo per difenderne la ricchezza, salvando in ogni continente le specie vegetali a rischio estinzione. Come, lo spiega nella propria autobiografia, le cui pagine restituiscono la certezza che le piante promuovano il benessere del pianeta e quello dell’uomo che se ne prenda cura.
Claudia Casiraghi, Vanity Fair