(di Tiziano Rapanà) Pino Strabioli è un unicum formidabile. Un portatore sano di creatività. In vita sua ha realizzato e preso parte a innumerevoli lavori per il teatro, il cinema, e la tv. Voi lo conoscete soprattutto per i programmi realizzati per il piccolo schermo. I più noti sono Cominciamo bene prima, un bello spazio di divulgazione teatrale nel mondo della tv che è andato in onda per 10 anni (dal 1999 al 2009) su Rai3, e Grazie dei fiori, attualmente in onda sempre su Rai3 la domenica alle 20 e 20. Volendo Strabioli lo si può definire anche un tipo strano, perché nonostante egli sia un attore, non c’è in lui una traccia – anche minuscola – di ego ipertrofico, tipica di chi fa quel mestiere. Strabioli, tutt’altro, si mette da parte per mettersi a raccontare. A volte si tratta di fare un resoconto della storia del teatro, in questo momento ci si occupa della storia di Sanremo con Grazie dei fiori e il 30 marzo racconterà Christian De Sica a Roma, all’auditorium, in una particolare intervista/spettacolo/concerto dove De Sica intervallerà momenti parlati con attimi di canzoni, con l’ausilio di un’orchestra di 50 elementi. Decido con Pino di partire da lì, da quell’impegno imminente, Christian racconta Christian De Sica. Gli chiedo di raccontarmi la silhouette creativa dello spettacolo, ma il suo entusiasmo lo porta a Grazie dei fiori, un programma che gli continua a dare grosse soddisfazioni (l’altra domenica ha conquistato il 5,1% di share).
Raccontami questo tuo ultimo spettacolo, insieme con De Sica. Spiegalo, invoglia i lettori a venirti a vedere.
“Io racconto da sempre la memoria di questo Paese in televisione, anche con questa piccola trasmissione, Grazie dei fiori. È una trasmissione semplice dove due persone chiacchierano (si riferisce al critico musical Gino Castaldo, ndr). Con un piccolo budget, abbiamo raccontato la storia della musica italiana e non.”
Te l’aspettavi questo successo?
“No, non ce l’aspettavamo questo successo. Andiamo in onda la domenica sera contro Fabio Fazio, in un orario difficilissimo… chiaramente non ce l’aspettavamo. Inizialmente dovevamo fare delle puntate che dovevano accompagnare il festival di Sanremo e finiva lì. Visto il successo, il direttore Coletta me ne ha chieste altre 5. Da 5 puntate sono diventate 10.”
Questo successo lo vedi come un risarcimento per la chiusura di Cominciamo bene prima?
“Io tornerei volentieri a continuare a fare quel tipo di programma quotidiano. È una pagina che manca nel mondo della televisione. Comunque non lo vedo come un risarcimento, ma non l’ho neanche chiesto un risarcimento. Anche perché ho continuato a fare quel tipo di tv: in questi anni ho fatto i ritratti ai grandi del teatro, come Dario Fo e Valentina Cortese. Sono passato dalla tv della mattina al cosiddetto access prime time e quindi sono approdato in una fascia più prestigiosa. Anche se amo la fascia mattutina. Ci tornerei volentieri.”
Io ti devo ringraziare per quel programma, tutta la mia cultura teatrale si è formata con la visione di quelle puntate.
“È molto bello quando mi scrivono, mi incontrano e mi dicono ‘Grazie a lei ho scoperto Gabriella Ferri, sono andato a vedere Mariangela Melato ed è stata una delle emozioni della mia vita’. Questo è quello che dovremmo fare noi che facciamo i divulgatori in tv.”
E non c’è la possibilità di un ritorno, anche in una nuova formula?
“Bisognerebbe chiederlo a Salini e al direttore di Rai3, Coletta. Non sono un uomo di potere. Sono un artigiano della televisione, vengo dal teatro e continuo a farlo. Non ho agenti potenti, da questo punto di vista sono un uomo libero. Ho una grande stima di Coletta, sta facendo ottime cose a Rai3. Mi ha fatto fare molte cose da Sanremo allo speciale su Patty Pravo, al progetto su Paolo Poli. Se la Rai pensa di avere bisogno di me, per una cosa sul teatro, io sono a disposizione.”
Ed a proposito del tuo lavoro di artigiano, parlami – finalmente! – del tuo prossimo spettacolo con De Sica.
“Lo spettacolo che faccio con Christian in teatro, l’ho già sperimentato in passato con Paolo Poli, Franca Valeri, Paolo Villaggio, Piera Degli Esposti. Mi riferisco alle interviste/spettacolo. Finalmente con Christian, questo esperimento si evolve in concerto/spettacolo. Saremo prima all’Auditorium, poi agli Arcimboldi a Milano, poi andremo a Torino e lo splendido Petruzzelli di Bari. Essenzialmente faccio quello che ho sempre fatto: racconto. Raccontare Christian De Sica significa raccontare il teatro, la canzone, il suo cinema pop e quello mondiale. Si passa da Montgomery Clift, Charlie Chaplin fino a Boldi. Eppoi si vedrà quell’animale da palcoscenico che è Christian cantare con l’orchestra, da Frank Sinatra a Parlami d’amore Mariù. Per me, questo spettacolo è il coronamento di una carriera, poter stare in scena accanto ad un vero showman che ha una storia familiare e personale incredibile. Lo spettacolo l’avevamo già sperimentato nella piazza di Spoleto e al teatro Mancinelli di Orvieto che dirigo.”
Oggi è la giornata internazionale del teatro. I teatranti dovrebbero farti un monumento, visto quello che hai fatto a loro con la tua opera di divulgazione. Ti sono grati?
“Ma sì, i teatranti mi sono molto grati. Anche se, tolte alcune incursioni fatte da Augias nel programma Quante storie, non mi occupo più (e non per mia scelta) del teatro in televisione. Comunque tra me e i teatranti c’è grande affetto. Continuo a dirigere due teatri. Ti ho parlato di quello di Orvieto e poi dirigo il teatro di Atri, in provincia di Teramo. E soprattutto continuo a fare teatro. Sto preparando uno spettacolo che andrà in scena il 2 maggio al teatro Vittoria (è uno teatro storico di Roma, zona Testaccio, ndr) e si chiama Spett-Attori, è un omaggio ad Attilio Corsini. Io penso che il teatro bisogna continuare a raccontarlo e purtroppo in Rai manca una striscia d’informazione. Purtroppo non c’è un discorso sul teatro, che va tutelato.”
Com’è la situazione teatrale a Roma?
“Purtroppo, non è delle migliori. Abbiamo tanti teatri, ma non c’è un progetto culturale. Il costo del biglietto è alto, non si possono spendere 25 euro per uno spettacolo…”
E tu ti riferisci a quelli piccoli, un biglietto di un teatro importante (non faccio il nome) costa pure sessanta euro, una follia!
“La cosa andrebbe riorganizzata.”
Mi spieghi perché a Roma non c’è un teatro disposto a dare un palco al mitico Leo Sanfelice, mitico pianista nonché tua spalla ai tempi di “Cominciamo bene prima?” Io, recentemente, gli suggerii di fare uno spettacolo tratto dal suo libro di memorie, con te sul palco a spingerlo a fargli raccontare la sua carriera. Avevo pure pensato ad un titolo Frammenti di una vita Sanfelice.
“È colpa di Leo! Lui è meraviglioso, ma è pigro. Gli ho proposto le serate estive, ma d’estate ‘fa troppo caldo’, gli ho proposto delle cose in teatro – appena usciti dal successo di Cominciamo bene -, ma non c’è stato verso. E c’ha la pressione alta, la pressione bassa, e fa troppo freddo o è troppo lontano. È colpa di Leo, lui è un pazzo fantastico!”