La conduttrice incantata dai suoi concorrenti: «Così bravi che li trattiamo da professionisti»
E se un bel giorno anche sua figlia (che ne avrebbe giusto giusto l’età) le chiedesse di partecipare ad un baby talent show? «Non c’è pericolo ride mamma Antonella -. Maelle ha nove anni ma nessuna dote, né propensione, per lo spettacolo. Adora Fedez, ma non mi ha mai chiesto di portarle il suo autografo». Eppure, dopo gli entusiasmi pre-puberali di Ti lascio una canzone, i ragguardevoli ascolti dell’adolescenziale Sanremo Young (20,4 per cento di share la prima puntata, 18,5 la seconda, entrambe vincitrici di serata) confermano: da tempo la Clerici è la regina delle ugole d’oro in età scolare. Stavolta le porta addirittura sul palco dell’Ariston, a gorgheggiare brani esclusivamente sanremesi, giudicate da un’academy di divi tutti, a vario titolo, festivalieri (da Iva Zanicchi a Rocco Hunt, da Mietta ai Ricchi e Poveri). Ma con i dovuti distinguo. «Qualcuno critica: questo nuovo show è solo una riedizione dell’altro. Nient’affatto. In Ti lascio una canzone avevamo bambini dotati che facevano soprattutto tenerezza. Qui invece teen-agers col talento che esplode proprio nell’età, tra i 14 e i 17, in cui sbocciano i veri campioni». E nei confronti dei quali perfino la conduttrice-mamma, solitamente prodiga di carezze e coccole, ha dovuto darsi una regolata. «Questi sono adolescenti: non gliene frega più niente, della mamma. Anzi: più lontana sta meglio è». Ragion per cui vade retro genitrici ansiogene e smaniose: «Fanno danni come quelle dei campioncini di calcio, preda delle proprie frustrazioni». Così è vietato loro assistere alle prove, «e per le dirette le abbiamo confinate in galleria, dove le telecamere non possono inquadrarle».
Il successo delle prime due puntate il 9 ci sarà la semifinale, il 14 la pre-finale, il 16 la finalissima – starebbe in questo mix di autentico talento e ancora intatta freschezza: «Perfino i giudici ne sono incantati. Tanto che già alla seconda puntata giudicavano i ragazzi come fossero professionisti adulti. Li ho pregati di non ferirne la giovane sensibilità». Ne consegue che nemmeno questa kermesse di piccoli prodigi sfugge al rischio tipico del genere: ingenerare illusioni. E produrre delusioni. «Ma oggi avere 14 anni è come quando ai tempi miei ne avevamo 18. Io ripeto sempre: siete arrivati in dodici su 1300. Il vostro traguardo l’avete già raggiunto. Ora pensate solo a divertirvi». E per chi invece viene eliminato? «La vita è fatta anche di sconfitte. E poi, in fondo, subirne una a Sanremo Young non è la morte di nessuno». Per chi invece ce la farà, c’è il trionfale esempio dei tre ex bambini del Volo. «Ogni volta che vanno in tv mi ringraziano: Se siamo qui il merito è della Clerici. Ho dovuto dire loro: smettetela, mi imbarazzate».
La soddisfazione di Antonella si desume anche dal fatto che, dopo 18 anni, pensa ad un possibile ritiro da La prova del cuoco (di cui ieri è andato in onda un il meglio di, a causa della nevicata romana). «Tutti sanno quanto sia legata a quel programma. Ma non ho più trent’anni. E andare in diretta tutti i giorni per 18 anni comincia a diventare faticoso». Ne ha già parlato col direttore di Raiuno Teodoli: «Il mio contratto scade a giugno. Mi piacerebbe fare un people game in prima serata; o un programma di interviste particolari in seconda». Rivela che ha già ricevuto proposte dalla concorrenza; «Ma io sento moltissimo di appartenere alla Rai. Le mie scelte non sono mai economiche. Dopo il mio Sanremo di otto anni fa avrei potuto chiedere la luna. E invece chiesi solo di tenere La prova del cuoco. Allo stesso stipendio di prima». E se La prova finisse magari nelle mani di Elisa Isoardi (che già la sostituì fra le polemiche durante la sua maternità)? «Perché no? Largo ai giovani. Non ce l’ho mai avuta con lei. Chiunque altra, al posto suo, avrebbe fatto lo stesso. Perfino io».
Paolo Scotti, Ilgiornale.it