Il capolavoro di Steven Spielberg ha vinto sette Oscar. Ha saputo raccontare l’Olocausto in tutta la sua cruda realtà, ma anche dando un messaggio di speranza e umanità. Dalla trama, fino alla scelta dei protagonisti e all’uso parsimonioso del colore: le curiosità sulla pellicola
È il film simbolo della Shoah, un capolavoro di Steven Spielberg, una pellicola che – dal suo esordio nel 1993 – è entrata nella storia: è Schindler’s List, perla cinematografica che ha vinto sette Oscar. La pellicola ha saputo raccontare l’Olocausto in tutta la sua cruda realtà, ma ci ha affiancato anche una storia di grande bene e umanità. Che acquista ancora più valore e importanza oggi, 27 gennaio, Giornata della Memoria delle vittime delle atrocità naziste. Ecco sei cose da sapere sulla pellicola.
LA TRAMA
La storia si basa sul romanzo La lista di Schindler di Thomas Keneally. Oskar Schindler (nel film è interpretato da Liam Neeson) è un imprenditore tedesco che vorrebbe sfruttare la manodopera ebraica imprigionata del ghetto di Cracovia per avviare una fabbrica di pentole e tegami per l’esercito, abbattendo così i costi. Grazie alle sue abilità e alle relazioni con lo Stato Maggiore Nazista avvia proprio a Cracovia la Deutsche Emaillewarenfabrik, poco dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Nello stabilimento lavorano migliaia di ebrei che godono di buone condizioni. Ma il conflitto si inasprisce e i nazisti decidono di costruire un campo di concentramento alle porte della città polacca e procedere con la “soluzione finale” per lo sterminio ebreo. Schindler decide allora di convertire la produzione in qualcosa che possa servire maggiormente all’esercito, consentendo alla fabbrica – e ai suoi lavoratori ebrei – di essere ritenuta indispensabile. Lo stabilimento inizia così a produrre munizioni e bombe per il Terzo Reich. Ma Schindler va oltre: vuole aiutare i suoi dipendenti e per opporsi ai rastrellamenti inizia letteralmente a “comprare” ognuno di loro, corrompendo l’ufficiale delle SS Amon Goeth (Ralph Fiennes) e stilando una lunghissima lista di nomi di ebrei da non portare nei campi, perché necessari alla sua imprese e allo sforzo bellico. La storia si basa davvero sulle vicende di Oskar Schindler, personaggio realmente esistito e che giocò un ruolo fondamentale nel salvare diversi ebrei durante il Nazismo.
I SETTE PREMI OSCAR
Il film ha vinto sette premi Oscar, su 12 nomination: miglior film, miglior montaggio, miglior regista, migliore colonna sonora originale, migliore fotografia, migliore sceneggiatura non originale e migliore scenografia. Ha vinto anche tre Golden Globe e sette BAFTA.
LA SCELTA DEGLI ATTORI
Stellan Skarsgård è stato considerato per il ruolo di Oskar Schindler. Alla fine il ruolo è andato però a Liam Neeson. Anche ad Harrison Ford era stata offerta la parte del protagonista. Mentre Kevin Costner e Mel Gibson si erano proposti spontaneamente, ma furono scartati. Per il suo ruolo da SS, invece, Ralph Fiennes ha messo su 13 kg – si diece bevendo birra Guinness-. Al suo posto inizialmente il personaggio era stato proposto a Tim Roth che però rifiutò.
SOLO QUATTRO SCENE A COLORI
Una particolarità del film è che è girato tutto in bianco e nero, eccezione fatta per quattro scene dove compare il colore. La prima è all’inizio, quando le due candele si spengono. La terza e la quarta riguardano la famosa bambina con il cappotto rosso: compare durante un rastrellamento nel ghetto e poi sul finale, morta, su una pila di cadaveri. Infine la quarta scena a colori è l’ultima del film, quando i sopravvissuti salvati da Schindler depongo un sasso sulla sua tomba.
INCASSI DEL FILM PER UNA BUONA CAUSA
Steven Spielberg non volle essere pagato per la realizzazione del film. Non solo, una volta finito, ha deciso di usare parte degli incassi stratosferici per creare la Survivors of the Shoah Visual History Foundation, organizzazione no-profit, per una collezione audio-video delle testimonianze di circa 52.000 sopravvissuti.
COSA FA OGGI LA BAMBINA CON IL CAPPOTTO ROSSO
La bambina con il cappotto rosso del film Schindler’s List si chiama Oliwia Dabrowska e aveva circa 3 anni quando è diventata un’icona indelebile della storia del cinema. Oggi di anni ne ha 32 e, come ha raccontato lei stessa, ha aiutato i rifugiati ucraini arrivati in Polonia. Il 9 marzo 2022 l’ormai ex attrice ha condiviso sui suoi social network una nuova versione proprio della scena iconica di Schindler’s List, modificando il colore rosso del suo capospalla con il blu, in omaggio alla bandiera blu e gialla dell’Ucraina. “Lei è sempre stata il simbolo della speranza”, ha scritto Dabrowska riferendosi al suo personaggio di bambina. “Lasciate che lo sia di nuovo”. Dopodiché si è recata al confine polacco-ucraino per assistere i profughi in fuga dal Paese invaso dalla Russia.