SECONDARY TICKETING, IL MONDO DELLA MUSICA LANCIA L’SOS TELEFONICO ANTIBAGARINI. ELIO: “SONO PEGGIO DELLE ZECCHE”

SECONDARY TICKETING, IL MONDO DELLA MUSICA LANCIA L’SOS TELEFONICO ANTIBAGARINI. ELIO: “SONO PEGGIO DELLE ZECCHE”

L’idea di Claudio Trotta: “Una sorta di telefono azzurro musicale per segnalare alla magistratura”. Al teatro Franco Parenti gli artisti e i promoter discutono di come combattere il fenomeno

Bruce-Springsteen“Oggi qui lanciamo un osservatorio permanente, un sorta di telefono musicale che suoni sempre più forte, come il telefono azzurro” dice Claudio Trotta a Milano. Il fondatore della Barley Arts Promotion, colosso che organizza in Italia i concerti di Bruce Springsteen, propone dal palco del Teatro Parenti un primo argine al bagarinaggio online. “Se si continuerà a permettere questa schifosa speculazione, saremo tutti collusi” spiega in apertura di No Secondary Ticketing, prima conferenza internazionale dedicata a un fenomeno che, secondo le stime, nel 2017 crescerà almeno del 20%.
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La creatura di Trotta si dovrebbe chiamare Osservatorio No Secondary Ticketing e si occuperà di raccogliere le segnalazioni degli utenti riguardo ai siti dedicati al mercato nero dei tagliandi. Ormai vere e proprie “borse” dell’intrattenimento che in Italia sono un caso a partire dal famigerato concerto dei Coldplay, dove alcuni posti erano arrivati a costare 1.500 euro.
l Parenti si è però presentata una fetta consistente degli operatori globali della musica dal vivo, perché la malattia non ha confini. Tra gli interventi più attesi, quello di Stefano Lionetti, amministratore delegato di TicketOne, rivenditore appena mollato da Vasco Rossi che ha preferito affidarsi a Vivaticket. Lionetti, incassata la perdita della rockstar di Zocca, si è detto pessimista su una delle misure invocate da più parti come possibile rimedio, ovvero la vendita nominale dei biglietti. “Una pratica che oltre a problemi logistici presenterebbe per noi costi troppo alti”. Come tutti vede impossibile fermare i bot, i programmi che in pochi istanti fanno fuori migliaia di biglietti. “Oltretutto non disponiamo di alcun tipo di strumento fiscale per tracciare le transazioni”. L’unica via è secondo Lionetti è impedire la speculazione privata. “Bisogna vietare ai possessori di biglietti di fare margine sulla rivendita”.
Gli da però torto apertamente Alex Bruford, agente di Atc Live, agenzia inglese che dal bouquet da 250 artisti gestiti, pesca il caso felice dei Lumineers. “A Londra abbiamo organizzato un concerto da 10mila persone, soltanto biglietti nominali e sapete come è andata? Benissimo, nessuna coda troppo lunga e soprattutto soltanto l’1% dei biglietti finiti sui siti di second ticketing. Del resto è una vita che si va all’aeroporto col proprio nome scritto sul biglietto e gli aerei partono lo stesso”.
In Gran Bretagna i rivenditori ufficiali e gli operatori hanno già fondato un’associazione, la Fan Fair Alliance, che si occupa di coinvolgere politica e autorità competenti per contrastare il bagarinaggio. Adam Webb, manager di Fan Fair, vede un solo ostacolo, ovvero la mancanza di trasparenza dei siti di second ticketing. “Che non sono sharing economy, non possono essere paragonati a Uber o ad Airbnb, dove la fiducia degli utenti si costruisce attraverso dati certi e recensioni. Il prossimo passo è a questo proposito un emendamento del governo”.
Contro i bagarini digitali anche Piero Pelù, Ron, Federico Zampaglione, Manuel Agnelli e Nicolò Fabi, riuniti in un un videomessaggio. Unico artista in sala Elio, che ha paragonato i bagarini a “zecche”, e ha concluso con un appello. “Persone del secondary ticketing, pentitevi, date un senso alla vita, e ricordatevi che Vincenzo Bellini è morto per colpa di un parassita!”. Dal palco un delegato
Siae rincara però la dose. “Mentre parliamo, i biglietti per il concerto a Modena di Vasco sono già in vendita su di un sito anche se su Vivaticket, rivenditore ufficiale, si potranno acquistare soltanto da domani”. Tutto vero, si trovano a partire da 105 euro, mentre il prezzo di quelli ufficiali va da 50 in su. Il sito è ovviamente Viagogo, che la Siae si appresta a denunciare dopo la diffida inviata lo scorso 19 gennaio e ad oggi ignorata.

La Repubblica

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