Ventidue star della musica italiana leggono la poesia composta nel 1819 dal poeta recanatese. Il video, realizzato dal Mibact in collaborazione con la Rai, non svela i nomi nè mostra i volti. Chi sono? Ecco il gioco che chiude le celebrazioni per i 200 anni dei famosissimi versi
Le voci di ventidue grandi della musica italiana leggono, senza rivelare il proprio nome, L’Infinito di Giacomo Leopardi. L’ultima delle esperienze di collaborazione tra la Rai e il Mibact ha portato alla composizione di un video d’animazione che chiude le celebrazioni per i duecento anni della poesia, composta dal poeta recanatese tra la primavera e l’autunno del 1819.
Gli artisti hanno contribuito con entusiasmo e gratuitamente all’iniziativa, unendo così anche la loro voce a quella dei tanti che, in quest’anno speciale, hanno partecipato alla lettura collettiva. Si era iniziato con gli studenti “sull’ermo colle” di Recanati e si era continuato nelle città e nelle piazze italiane, senza dimenticare le tantissime versioni web in dialetto, poi diventate virali. Una grande e “infinita” lettura collettiva che si conclude con questo video d’artista.
“L’idea è stata di chiedere a tutti i grandi della canzone italiana di donare la loro voce senza farsi riconoscere – ha sottolineato il ministro Dario Franceschini in conferenza stampa – Si tratta di una dichiarazione d’amore per la poesia da parte dei suoi eredi diretti”. Tra le voci dei cantanti, pur non dichiarate, è impossibile non riconoscere quelle di Mina, Patti Pravo, Ornella Vanoni, Gianna Nannini e il primo ad ascoltarle è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che lo scorso settembre, per il duecentenario dell’Infinito, è intervenuto all’inaugurazione dei lavori di restauro del Centro Nazionale Studi Leopardiani e dell’Orto sul Colle dell’Infinito.
Il video, della durata di un minuto, viene trasmesso su tutti i canali Rai e su RaiPlay dalle 20 del 19 dicembre fino al 31. “Tutti coloro che vorranno indovinare le voci potranno ascoltare e riascoltare il video – ha spiegato la direttrice di Rai Cultura Silvia Calandrelli – una sfida importantissima e soprattutto adrenalinica, mai nessuno aveva osato tanto”. E la scelta di affidare il testo leopardiano ai cantanti italiani mira infatti a celebrare una delle forme più elevate della cultura e dell’arte, la poesia, rendendola fruibile per tutti. E perché no, anche con un poco di divertimento.
Repubblica.it