Sarà il responsabile editoriale, discount la nuova figura voluta da Dall’Orto per mandare in soffitta il progetto di Gubitosi. Congelata per ora la guida dei telegiornali, ma saranno ripensati insieme a Rainews
Si chiama Carlo Verdelli la carta a sorpresa che Antonio Campo Dall’Orto calerà stamattina sul tavolo del consiglio di amministrazione di viale Mazzini. L’ex direttore di Vanity Fair e Gazzetta dello Sport, già vicedirettore del Corriere della Sera e oggi collaboratore di Repubblica, diventerà – se i consiglieri daranno il via libera – il nuovo direttore editoriale dell’informazione Rai. Una figura che finora non è mai esistita, ma che servirà a coordinare tutta l’offerta informativa del servizio pubblico. E, soprattutto, a studiare un nuovo piano che sostituisca quello dell’ex direttore generale Luigi Gubitosi.
Addio alle due newsroom, quindi. Addio a un progetto che prevedeva – si scopre oggi – 300 esuberi tra prepensionamenti e licenziameni, 27 mesi come tempo di attuazione (un tempo lunghissimo, secondo la visione del nuovo dg) e neanche più una scrivania per molti dei giornalisti che lavorano oggi all’informazione Rai. L’idea di accorpare – senza ridefinirne la mission – Tg1, Tg2 e Rai Parlamento in una prima newsroom, Tg3, RaiNews24 e TgR nella seconda, non ha mai convinto Campo Dall’Orto. Per questo, il direttore generale ha deciso di ricominciare daccapo. E nell’accelerazione della scelta hanno avuto un ruolo anche i fatti di Parigi.
Nei giorni seguiti agli attacchi, il dg ha lavorato in prima persona ai palinsesti, in modo che fossero coerenti con la gravità di quanto stava accadendo. Ma non è il suo ruolo, ha bisogno di qualcuno che lo faccia dal punto di vista giornalistico. Per questo lavoro, Carlo Verdelli è considerato perfetto. “Dovunque è andato lo ha fatto innovando – racconta chi ha parlato con i vertici – sa molto di giornalismo, di multipiattaforma, di gestione vista l’esperienza da manager in Condé Nast. Ha studiato e lavorato sui linguaggi visivi. Da Indro Montanelli ed Enzo Biagi alla Gazzetta dello Sport, la sua è una figura completa”. Uno che ha sempre puntato sul mestiere, lontano da appartenenze e cordate politiche. Anche questo ha pesato.
di Annalisa Cuzzocrea “Repubblica.it”