“Sto bene, sto affrontando un divorzio che per motivi legali mi costringe in California, non posso lasciarla, hanno paura che io diventi un criminale internazionale e quindi sto qui. La prendo a ridere”. Ai microfoni di Radio2 Happy Family, il programma condotto da Ema Stokholma e dai Gemelli di Guidonia, Tiziano Ferro ha ironizzato sull’attesa della conclusione delle pratiche per la separazione dal marito Victor Allen. Attualmente il cantante, che non può lasciare lo stato americano con i figli Margherita e Andres, trascorre con loro intere giornate: “Ho due bimbi piccoli, sto dalla mattina alla sera con loro, cucino, gioco, conosco tantissime canzoncine nuove. Con i due bimbi quando arrivi alle sette e mezza di sera ti sembra quasi mezzanotte, sei già morto”. Ferro ha ammesso di vivere “un periodo complesso” che affronta però con determinazione: “Io non mi siedo nell’autocommiserazione, la trovo una cosa noiosissima. Andrà bene, sarà un periodo bello, ogni curva a gomito ti porta nel posto successivo della tua vita in cui starai meglio e starai bene. Adesso è così, è un periodo di curva a gomito con strapiombo, ma sto aspettando la prossima cosa bella”.
L’ARTE E L’AMORE
L’artista ha citato anche il libro La felicità al principio, scritto durante un periodo di insonnia, e ha sottolineato la differenza tra la scrittura di un testo letterario e la scrittura di una canzone: “La condivisione della canzone è più immediata. La sentono in radio, poi vai a fare un concerto e scopri che diventa parte della storia di tutti quelli che sono lì. Con il libro invece sta succedendo una cosa molto divertente, ognuno crea un finale diverso”. Ferro ha poi stroncato le speranze di un secondo capitolo avanzate dai fan: “Mi piacerebbe fare un film, quello sì. Ci tenevo a dare la possibilità al lettore di aprire un po’ la mente, di non vederci un’autobiografia, perché non lo è. Angelo, il protagonista, fugge dai suoi problemi, cosa che io assolutamente non ho fatto”. Il cantante ha infine precisato di aver evitato i ringraziamenti “perché non li legge nessuno”. Tuttavia, “ringrazio sempre i miei genitori e la mia famiglia, ho sempre bisogno di dirglielo, ora che capisco ancora meglio quello che hanno fatto per me. L’amore va detto, va dichiarato, non può vivere di silenzio o di scontentezza. Anche ai bambini l’amore va insegnato. Se tu non dici ad un bambino che gli vuoi bene, quel bambino non impara a dirlo”.