Nelle sale il 31 ottobre e in chiusura per Alice nella città la commedia di Guido Chiesa che racconta con leggerezza la storia di Gabriele, padre divorziato che vive per la figlia di dieci anni, ma quando inaspettatamente si innamora di una donna che non ama i bambini finisce per negare l’esistenza di Sofia con inevitabili equivoci e situazioni comiche
Gabriele è un ex cantante rock che oggi ha ripiegato sul suo negozio di strumenti musicali, dieci anni fa, mentre stava diventando padre di Sofia, ha visto per l’ultima volta Mara, fotografa giramondo, spirito libero. Oggi è un padre divorziato che vive per sua figlia e che ogni volta che gli amici gli organizzano un appuntamento con una donna, la stordisce di racconti e foto di Sofia, ma quando Mara torna in città scatta la scintilla. Soltanto che Mara non sopporta i bambini, si è costruita una vita #childfree e Gabriele finisce per negare l’esistenza di Sofia con inevitabili equivoci e situazioni comiche e surreali. Ti presento Sofia, nelle sale il 31 ottobre e in chiusura a Alice nella città, è la commedia di Guido Chiesa con Fabio De Luigi nei panni di Gabriele e Micaela Ramazzotti in quelli di Mara, Sofia è la bravissima Caterina Sbaraglia.”Le donne a fatica hanno trovato una loro centratura, ma i padri contemporanei sono molto confusi – dice Guido Chiesa, che nella vita è padri di tre ragazzi dell’età compresa tra dodici e vent’anni – da un lato fortunatamente è venuto meno l’autoritarismo paterno ma dall’altro questi padri fanno fatica a trovare un loro ruolo e finiscono per avere una doppia vita, in un modo in casa e in un altro fuori. Sono dei vigliacchi; hanno paura dei figli perché non sanno come prenderli e hanno paura delle donne perché o hanno paura di perderle, come il nostro protagonista, o sono spaventate dal loro dinamismo”. Così è appunto il personaggio di Fabio De Luigi che passa dall’eccesso di stordire tutte le donne che incontra con “vita, morte e miracoli” di Sofia al negarne la sua esistenza nel momento in cui veramente si innamora. “Tutte le persone coinvolte nella parte creativa del film, gli altri due sceneggiatori Nicoletta Micheli, Giovanni Bognetti (che con il regista hanno scritto il remake dell’argentino Se permetti non parlarmi di bambini!, ndr.), ma anche i due protagonisti, hanno figli e tutti hanno dovuto lavorare su questo. Fabio è un papà molto attento e molto presente, ma tende ad essere abbastanza deciso con i figli, Micaela che ha due figli, doveva interpretare una che i bambini proprio non li sopporta e ha dovuto lavorare moltissimo sul suo personaggio che non le veniva naturale”.Nel film si scherza ma il movimento #nochildren e i ristoranti, gli alberghi, i voli charter vietati ai bambini esistono nella realtà. “È un fenomeno che riguarda soprattutto le donne – spiega Chiesa – non a caso il libro che ha lanciato questo fenomeno è stato scritto da un’autrice. Credo che sia l’onda lunga del femminismo che ha portato la donna a ridiscutere il suo ruolo sociale e oggi ci ritroviamo molte madri che lavorano con grande difficoltà perché viviamo in una società che rende poco compatibili avere figli e fare carriera. Quindi c’è questo aspetto del lavoro, dell’affermazione di se stessi e dall’altra c’è la spinta della società, a partire dalle famiglie stesse allo studio, alla realizzazione dei propri obiettivi professionali che fa sì che le donne arrivino a scegliere di fare figli a età molto più alta di prima. Qualche volta non riuscendo finiscono per dire “non voglio figli e i bambini non mi stanno neanche simpatici”. Mai come in quest’epoca noi diamo tanto ai bambini, vivono una condizione di privilegio nel mondo occidentale che nessuna altra epoca ha avuto però passiamo meno tempo con loro di quanto mai è successo in passato. Uno psicologo ha scritto un libro già trent”anni fa in cui diceva: ‘Prepariamoci questa sarà la prima generazione che è stata allevata più dalla televisione che dai genitori. Oggi sono più allevati più da una playstation, da un cellulare…”.
Chiara Ugolini, repubblica.it