Un messaggio forte per i ragazzi (attenti a Facebook, meglio i rapporti umani), il racconto ‘senza filtri’ dei tanti e così diversi esseri umani interpretati sullo schermo e il suo sguardo verace e passionale sul mondo. Al 49/o Giffoni Film Fest è sbarcato Alessandro Borghi e il pubblico l’ha accolto con un calore davvero speciale. Non si può non partire dall’accorato messaggio ai giovani sull’utilizzo dei social: “Non li demonizzo tutti per carità ma in particolare penso che i giovani oggi abbiano un problema enorme che si chiama Facebook. Ha completamente eliminato – spiega l’attore – quella cosa bellissima che era il contatto con le persone. Se prima tu volevi dire a qualcuno che era un cretino, dovevi avere il coraggio per andarglielo a dire.
Invece adesso da dietro la tastierina sono capaci tutti, sono diventati tutti supereroi. Continuando a parlare dei giovani il 32enne ammette: “Avranno molto più problemi di noi. A partire dal fatto che oggi a Londra ci sono 39 gradi e abbiamo un leggero problema di surriscaldamento globale”. Parole di incoraggiamento anche per i diritti e l’eguaglianza con le donne: “Figuriamoci, a casa mia comandava mia madre….”. Sulla sua carriera Borghi scorre i tanti ruoli che ha avuto spiegando: “Non mi preparo mai. Non siamo come in America dove gli attori hanno il tempo di vivere con il personaggio rappresentato per mesi o leggere di tutto o avere un acting coach. Io leggendo il copione mi faccio delle idee che quasi sempre sono quelle che segue recitando. Dentro di me ci sono 5 o 6 Alessandro e uno dà ragione all’altro…” E racconta: “Dopo soli 8 giorni dalla fine delle riprese de Il primo re ho cominciato Sulla mia pelle. Per fortuna nelle ultime scene del primo avevo la pelliccia perché per interpretare Stefano Cucchi ero dovuto dimagrire 21 chili… Ma il personaggio lo avevo trovato prima o lui aveva trovato me, sono convinto che in questo lavoro più ci pensi e più sbagli. E’ un po’ come far scorrere l’acqua dal rubinetto”. Sempre sul film sulla vicenda Cucchi, nato “senza nessuna velleità politica ma solo per restituire la verità umana di Stefano”, aggiunge: “Per Sulla mia pelle ho litigato con tutti gli esercenti d’Italia, li ho proprio chiamati al telefono.
Boicottare questo progetto non aveva senso perché pur, essendo andato su Netflix, penso che al botteghino avrebbe fatto 5 milioni. La gente è rimasta fuori dalle sale, lo ha guardato sui prati…”.
“Un altro personaggio che mi sarebbe piaciuto è Giulio Regeni – aggiunge – ma voglio smentire chi ha scritto che non trovo un produttore. Non è vero ma dietro questa vicenda ci sono problemi diplomatici seri e soprattutto c’è una volontà della famiglia di non fare un film”.
A chi gli chiede se vorrebbe passare dietro la cinepresa ribatte: “No, quello no. Ma voglio fare il produttore. Per uscire da questa cosa senza senso del prendere tutti nomi famosi e non fare provini ai tanti bravi attori che attendono solo per questa logica sbagliata del box office. Se non ci fosse stato Sollima, sarei ancora ad aspettare anche io”.
Nel futuro di Borghi non c’è senza dubbio un progetto riguardante Totti: “Se girano voci a proposito, non c’è nulla di meno vero. Io non ho mai pensato di interpretare Francesco Totti e tanto meno credo che Totti abbia mai pensato di farlo interpretare a me, né penso che nessuno stia facendo una serie su Totti. C’è qualcosa ma è più un documentario. Poi dico con sincerità che il calcio mi interessa poco”. “Quel che è certo – dice – è la terza stagione di Suburra che però comincerò tra un po’ e ‘tra un bel po’ tanto di tempo’ anche la seconda stagione di Diavoli (la serie in lingua inglese accanto a Patrick Dempsey). Poi ho un paio di progetti su cui sto facendo dei pensieri ma ho un problema di incastri”. Ma conclude il mio prossimo progetto è il più difficile: “Andarmene un po’ in vacanza”.
Cinzia Conti, ANSA