Demi Lovato, una vita segnata dalla tossicodipendenza

Demi Lovato, una vita segnata dalla tossicodipendenza

Aveva avvertito i fan con l’ ultima canzone: I am not sober anymore, non sono più sobria. Demi Lovato, 25 anni, l’ ex starlette della Disney passata dal successo della serie per ragazzi Camp Rock ai look super sexy di una carriera da popstar, aveva affidato al brano rilasciato lo scorso giugno, Sober, la confessione di aver perso la lunga battaglia con le dipendenze.

Chiedendo perdono in musica a mamma e papà: «Siamo già stati su questa strada in passato». Non sono bastati, dunque, i due tatuaggi che la cantante di Sorry not sorry porta sui polsi: le parole Stay a destra e Strong a sinistra a formare la frase “sii forte”.

L’ ennesima corsa in ospedale martedì notte: sottoposta d’ urgenza a un trattamento col Narcan – il farmaco che si usa per dosi eccessive di eroina o cocaina – già nella sua casa sulle colline di Hollywood prima di essere ricoverata in overdose al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, l’ ospedale delle star dove ora le sue condizioni sono stabili.

Lovato si sarebbe sentita male durante una festa, dicono i super pettegoli del sito Tmz: ma quando l’ ambulanza è arrivata gli ospiti si erano defilati. E lo staff che ha accolto i medici non ha saputo dire di quale droga si fosse imbottita.

Che qualcosa non andasse, era chiaro già da qualche giorno: soprattutto dopo che durante un concerto a Paso Robles, in California, la ragazza aveva pianto sul palco accorgendosi di non ricordare proprio le parole di Sober.

Della sua lunga storia di dipendenze, Demi non ha mai fatto mistero. «L’ ultima volta che ho parlato così a lungo di me ero strafatta di cocaina» esordisce nel documentario Simply complicated, girato a ottobre.

Riferendosi a un’ altra video intervista: intitolata Stay Strong, proprio come i tatuaggi, fatta nel 2012. Dove raccontava la “battaglia quotidiana” con le dipendenze. Droga: ma anche disturbi alimentari e almeno un tentativo di suicidio.

A renderla così fragile, certo, la maledizione di essere una star bambina: un percorso su cui hanno già capitolato altre prima di lei, da Erin Moran di Happy Days – morta l’anno scorso a 57 anni dopo aver affrontato dipendenze d’ ogni sorta – a Britney Spears – oggi in ripresa dopo una lunga serie di problemi di droga e guai finanziari.

Ma a influire negativamente è anche il rapporto complicato con il padre alcolizzato. E il bullismo vissuto a scuola: quella lettera ricevuta dalle compagne di classe che la invitavano al suicidio.

«Il desiderio di morte mi accompagna da quando avevo 10 anni e debuttai in Barney & Friends ». Altro che ragazzina innocente, insomma, tutta canzoni e amori romantici come la dipingeva la Disney in Camp Rock, dove recitava al fianco dei Jonas Brothers.

Fu proprio durante il tour in giro per l’ America con la all boys band dei tre fratelli amatissimi dalle ragazzine, che Lovato scoprì la cocaina: «Subivo pressioni d’ogni genere. Dovevo essere bella, dovevo avere successo».

A 17 anni, nel 2010, la prima overdose. Ricoverata in una clinica per disintossicarsi è riuscita a mantenersi pulita per sette anni. Anche perché sotto stretto controllo: visto che nel 2012, quando faceva la giudice per X Factor, alloggiava in una clinica e le erano vietati i contatti con l’ esterno.

«Ho vissuto in fretta, morirò giovane» ha detto in un’ intervista l’ anno scorso. I fan di tutto il mondo, che si rincorrono sui social, già pregano: resta Sober, sii forte, Stay Strong.

Anna Lombardi, Repubblica.it

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