(Tiziano Rapanà) Cherry Season, la celebre soap opera turca in onda su Canale 5, ha una qualità che la caratterizza rispetto alla grigia mediocrità soap presente in tv: la leggerezza che dà alle varie vicende presentate, una coloratura d’ironia che rende il tutto più accettabile. Tuttavia questa leggerezza possiede una controindicazione nefanda, ossia possiede al suo un interno una ridicolaggine, che trasforma la soap in un’operina carnascialesca creativamente priva di autorità narrativa. Il segreto – e cito come esempio la soap più importante degli ultimi degli anni (anche più dell’ormai usurata Beautiful) – è certamente un prodotto audiovisivo dozzinale caratterizzato da una modestia teleromanzesca imbarazzante, ma almeno presenta una serietà nella struttura che regala un minimo di dignità. Mentre Cherry Season ha queste situazioni che spingono assurdamente l’accellatore nel tremendo sentiero del buffonesco, che non fa bene all’economia di un racconto che vive anche di un romanticismo sofferto e contrastato.
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