Rita Pavone è pronta a festeggiare con il suo pubblico i 60 anni di carriera, con il tour “Un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”.
Un titolo tratto dalla canzone “A muso duro” di Pierangelo Bertoli, che l’ha folgorata: “Mi ci sono ritrovata perché sono una guerriera che ha sempre combattuto. Non mi è mai stato dato niente nella vita in maniera comoda e non mi piace vincere facilmente”.
“Sono una guerriera, ho sempre combattuto”
“E’ Un titolo meraviglioso, mi stavo scervellando per trovarlo. Ne volevo uno che parlasse di 60 anni di carriera però senza nominarli. Poi ho visto in tv il figlio di Pierangelo Bertoli che cantava questa canzone e quando ha detto quella frase ho pensato: sono io”, ha spiegato all’Ansa. “Mi ci sono ritrovata perché sono una guerriera che ha sempre combattuto. Non mi è mai stato dato niente nella vita in maniera comoda e non mi piace vincere facilmente”.
“Sul palco emozionata come la prima volta”
Con una carriera come la sua e 50 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, la Pavone potrebbe vivere di rendita e adagiarsi sugli allori, invece è sempre alla ricerca di nuovi stimoli: “Detesto andare in televisione a cantare solo le mie vecchie cose, perché è una battaglia vinta. Mi piace sempre mettermi in gioco, guardare sia a quello che è stato importante, e che la gente vuol sentire, sia a quello che sono riuscita a fare di me stessa”. Proprio per questo la dimensione live è il suo habitat naturale: “Sei davanti al pubblico devi dare tutto e io mi sono sempre emozionata come la prima volta. Di primo impatto è un pugno nello stomaco tutte le volte, sento questo mestiere ancora parte di me. Ho 78 anni, ma delle cose da dire ancora ce le ho”.
In scaletta anche alcune chicce come autrice
Il tour partirà il 6 luglio a La Milanesiana Festival di Cervia e il 9 luglio al Castello Sforzesco di Milano. In scaletta ci sarà spazio anche per canzoni di cui è autrice: “Nei concerti ci sarà una Rita che racconta questi sei decenni con la gioia e la soddisfazione con cui li ha vissuti. Negli anni ’80 ho scritto anche brani come ‘Gemma e le altre’, in cui parlavo della diversità e dell’innamorarsi di qualcuno che è del tuo stesso sesso, ma in quegli anni non venivo passata per radio. Amo le sfide e vorrei far conoscere anche quella Rita. In questi spettacoli si sentiranno anche cose che non ci si aspetta da me”.
In cantiere nuovi progetti per il 2024
Rita Pavone riesce a unire diverse generazioni perché “arrivare può essere facile, ma è difficile confermarsi. L’affetto non si vede dall’essere primi in classifica, ma dal rimanere nel cuore delle persone. Io mi ritengo molto fortunata, perché vedo che le mie canzoni le cantano anche le ragazzine”. La cantautrice non ha nessuna intenzione di fermarsi e ha già messo in cantiere nuovi progetti per il 2024: “Ce n’è uno a cui tengo molto: arrivare a 80 anni con qualcosa da fare in teatro mi piacerebbe molto”. E non nega che le piacerebbe tornare a Sanremo “Si, in gara. So benissimo che non si arriva tra i primi posti perché ci sono le nuove generazioni, ma ad esempio, nel 2020 “Niente (Resilienza 74)” mi ha fatto raggiungere tutto un nuovo pubblico. Ho ricevuto tantissime lettere anche da metallari. Sarò sempre grata ad Amadeus, per aver creduto in me, erano 48 anni che mancavo dal Festival”.