Le 3T: “Terra Territorio Tradizione”, uno slogan depositato tanti anni fa alla Camera di Commercio di Milano e che ogni tanto qualcuno rubacchia ad Edoardo Raspelli, il “cronista della gastronomia”: la Terra che calpestiamo, che coltiviamo e che ogni tanto, sempre più spesso, distruggiamo, il Territorio(l’ambito geografico di quella data terra) e le Tradizioni che(se è lecito) per Pier Paolo Pasolini erano i dialetti e che per Edoardo Raspelli sono i piatti, le ricette, gli ingredienti di quelle date leccornìe per cui è famosa l’Italia.
E’ un po’questo lo slogan de “L’Italia che mi piace – In viaggio con Raspelli”, il programma che andrà in onda su Canale Italia, Sky e su Canale Europa, multilingue, presente anche su piattaforma Amazon Fire, Rock e sui TV PLUS di Samsung(TV Smart, Smartphone e Tablet)… Tra l’altro il canale di Roberto Salvini cura anche America Oggi che da trent’anni è il primo quotidiano in lingua italiana degli Stati Uniti.
L’idea del nuovo programma è venuta all’autore televisivo e celebre paroliere Fabrizio Berlincioni (tra l’altro vincitore di due Festival di Sanremo; “Ti lascerò” e” Mi manchi” sono sue) ed alla società che ha fatto con Stefano Costa, la Numbers&Numbers di Piacenza. Il regista sarà Carlo Tagliaferri.
La trasmissione racconterà le belle e buone cose della nostra cara Italia: i piccoli produttori artigianali, gli allevatori ed i coltivatori che mantengono il territorio, gli eroi che non hanno mai abbandonato la campagna e quelli che ai campi hanno fatto ritorno. Ci saranno anche i gioielli, i prodotti targati con le bandiere dell’Europa, che sono anche i simboli enogastronomici del nostro Paese. “E’ un amore che si è sviluppato via via negli anni-dice Edoardo Raspelli- Da quando ho iniziato a collaborare e poi a condurre Melaverde, prima su Rete 4 poi su Canale 5, ho trasformato la mia passione, la mia gola, in un bellissimo lavoro. Grazie ai suggerimenti del produttore, Giacomo Tiraboschi, ho conosciuto molte importanti realtà agricole, soprattutto in montagna, che ho potuto raccontare anche con l’aiuto di autori come Fabrizio Berlincioni”.
In questi primi VIA, Edoardo Raspelli è accompagnato dalla tennista professionista e modella Anita Fissore ,nata a San Paolo del Brasile ma adottata a poche settimane di vita da una coppia di Bra(Cuneo).
Una curiosità la sigla finale, “La nonna e la frittata”: un testo bellissimo di Fabrizio Berlincioni, realizzato in musica nello studio di Max Rio ed Yuli Del Rey ad Abbiategrasso(Milano), che Edoardo Raspelli canterà con lo chef Gianfranco Vissani.
L’agile squadra de “L’Italia che mi piace – In viaggio con Raspelli” ha cominciato a registrare nella bassa bresciana, esattamente a Calvisano, in una celebre azienda ittica, una delle più grandi al mondo nell’allevamento degli storioni che danno una preziosissima leccornìa, il caviale: l’Agroittica. Edoardo Raspelli incontra il direttore generale, Carla Sora, ed il direttore commerciale Stefano Bòttoli con cui racconta quei 60 ettari di vasche che danno qualcosa come 30 tonnellate l’anno di caviale.
Tutto nasce quasi per caso negli anni Settanta da Giovanni Tolettini che qui aveva una fonderia. Come rendere utili, remunerative le acque reflue delle acciaierie, calde a costo zero? La passione di Tolettini per l’allevamento di pesci lo mette in contatto con uno specialista, Gino Ravagnan con cui, nel 1977, fonda l’Agroittica che si dedica inizialmente all’allevamento delle anguille. Un pugno di anni dopo si passa agli storioni. Oggi il presidente della società è Giovanni Pasini.
Con il divieto, in tutto il mondo, di pescare i pochi storioni liberi ancora presenti in natura, lo sviluppo dell’allevamento degli storioni per ricavarne le preziose uova, cioè il caviale, è andato via via crescendo. Solo una nazione, la Cina, da pochissimi anni, ha superato l’Italia e l’Agroittica come quantità di produzione, non certo come qualità.
Per l’Italia tutto nasce in questo caratteristico paese sito nella pianura bresciana, zona ricchissima di fontanili d’acqua sorgiva le cui acque purissime presenti nell’area sono alla base dell’eccellente ecosistema che garantisce l’autenticità e la freschezza del caviale.
Verso il finire degli anni ’70 vengono importati i primi avannotti di storione che costituiranno le fondamenta per la creazione di quello che è, a tutti gli effetti, uno dei principali allevamenti di storione al mondo sia per dimensioni sia per qualità. Gli storioni, infatti, sono allevati in condizioni più simili al loro ambiente naturale rispettando i loro ritmi di crescita e vi è un controllo diretto su tutta la vita del pesce.
Si cura ogni aspetto del caviale adottando metodi di produzione all’avanguardia e tecniche tradizionali in grado di offrire una qualità indiscussa. Il caviale che nasce qui è, infatti, lavorato secondo il metodo “malossol”, parola che significa “a basso contenuto di sale”; questa tecnica permette di esaltare le differenze tra le diverse specie e quindi i differenti tipi di caviale, lasciando che sia la natura stessa ad esprimere la sua biodiversità. Questa eccellenza italiana ad oggi è divenuta una delle prelibatezze più raffinate della gastronomia mondiale con la più ampia varietà di caviale interamente prodotto in proprio e derivato esclusivamente da specie pure; in oltre 60 ettari di vasche dedicate all’acquacoltura vengono allevate le varietà di storione più pregiate, permettendo di disporre di oltre il 15% della produzione mondiale di caviale d’allevamento. Non mancherà la cucina, con il patron e chef del Castello Malvezzi, alto sulle coline di Brescia, Alberto Riboldi, che preparerà un grande piatto, anche se semplice, con spaghetti e caviale. Un’altra bellissima (ed altrettanto ghiotta)storia familiare ed imprenditoriale sarà raccontata da Edoardo Raspelli a pochi chilometri da Cuneo, a Borgo San Dalmazzo, all’Agrimontana che, in pochi anni, è diventata uno dei simboli della gola del Tricolore.
Il prodotto principe sono i marrons glacès, il cui nome evidenzia l’origine francese ma che in provincia di Cuneo ha conquistato un posto importante nel mondo (anche se Borgo San Dalmazzo è vicino alla frontiera di Parigi ,una sessantina di chilometri).L’Agrimontana venne fondata nel 1972 da Cesare Bardini che trasferì a Borgo la piccola azienda dolciaria artigianale nata a Roccavione. Un aiuto importante glielo diede il fratello Enrico ed oggi al timone ci sono, in particolare, i figli di Cesare, Chiara e Luigi.
Agrimontana verrà raccontata per esteso da Edoardo Raspelli che metterà in risalto anche i numeri di questa azienda: 60.000 metri quadrati di stabilimento, 42 paesi stranieri raggiunti da leccornìe che utilizzano qualcosa come 890 tonnellate di frutta ogni anno. Già, perché oltre ai marroni( a Borgo San Dalmazzo è stato anche impiantato dai Bardini un ampio campo sperimentale per la coltivazione), oltre alle celebri violette che vengono zuccherate a mano, una ad una, ci sono in particolare gli strepitosi canditi: Gian Piero Vivalda , patron dell’Antica Corona Reale di Cervere(Cuneo) è il degno erede della ghiottissima cucina di papà Renzo, ma nella sua pasticceria, sul retro del suo bellissimo ristorante, escono panettoni e colombe meravigliose, impreziosite dai canditi dell’Agrimontana di Borgo San Dalmazzo.