Mezzo milione di euro di multa per «pubblicità e informazioni ingannevoli sul pacchetto Calcio 2018/19». La sanzione arriva dall’Antitrust per le società Perform Investment Limited e Perform Media Services che offrono il calcio in streaming su Dazn. L’istruttoria era stata avviata lo scorso agosto, poco dopo la massiccia campagna pubblicitaria per gli abbonamenti lanciata da Dazn. Secondo l’Autority, quegli spot che offrivano la diretta di alcune partite di Seria A e B della stagione 2018-2019 erano «messaggi pubblicitari attraverso cui veniva enfatizzata la possibilità di fruizione del servizio “quando vuoi, dove vuoi”, senza fare alcun riferimento alle limitazioni tecniche che avrebbero potuto, invece, renderla complicata o addirittura impedirla, come hanno dimostrato le difficoltà incontrate in concreto dai consumatori all’inizio della stagione».
Il servizio sul sito web
Non solo. Per l’Antitrust è stata scorretta anche la modalità di adesione al servizio sul sito web di Dazn: «Al consumatore veniva prospettata la possibilità, registrandosi al sito, di fruire di un mese di prova gratuito, con la precisazione che la registrazione non avrebbe implicato la sottoscrizione di un contratto di abbonamento. In realtà, la creazione dell’account determinava, di fatto, la conclusione del contratto del servizio Dazn, che, in assenza di disdetta, avrebbe comportato, dopo il primo mese, l’inizio dell’addebito sistematico dei costi mensili».
Dazn: «Condotte ampiamente superate»
Dazn in una nota «accetta e prende atto della decisione» dell’Antitrust «nel pieno rispetto», ma aggiunge anche che «fin dall’inizio dell’istruttoria il Gruppo ha sempre dimostrato la massima collaborazione ed ha realizzato autonomamente diversi miglioramenti in relazione alle condotte ravvisate dal Garante, che sono ad oggi da considerarsi ampiamente superate». E conclude sottolineando che «il valore fondante di Dazn è quello di mettere al centro del proprio impegno gli amanti dello sport lavorando per soddisfare le loro necessità, nell’ottica della trasparenza e nel pieno rispetto della normativa vigente».
Claudia Voltattorni, Corriere della Sera