Il sabato sera continua a esibirsi sulla pista di Ballando con le Stelle, ma Giuliana De Sio è stanca delle critiche che la giuria le riserva a ogni esibizione: «Mi hanno insultato e maltrattato. Non lo rifarei, ma ormai ci sono dentro»
«Mi hanno insultato e maltrattato. Do l’immagine della persona forte, ma non sempre credo in me stessa». A quanti credevano che Giuliana De Sio avrebbe tirato fuori il carattere rispondendo, piccata, a qualsiasi critica rivoltale dalla giuria sarà sembrato strano vedere l’attrice così fragile e preoccupata, ormai pentita di aver preso parte a Ballando con le Stelle.
«Non lo rifarei, ma ormai ci sono dentro», confida a Libero Quotidiano, ripercorrendo le tappe del suo dramma: «Una voce mi ha detto: “Fallo”. Milly Carlucci me lo chiedeva da quattro anni. Non avevo capito che la mia vita sarebbe finita, almeno fino a maggio. Ho sempre seguito l’istinto, che mi ha portato o all’inferno o in paradiso. Un’eterna lotteria, non so mai se sono le forze del bene o del male che mi spingono».
E ancora: «Prima di ballare ho paura e attacchi di panico. Sapete, anche io sono umana, come sono stata costretta a spiegare davanti alle telecamere. Come attrice ho fatto di tutto, cambiato personaggio, epoca, età, idee politiche. Sono affamata di esperienze per creare movimenti interni, spezzare la quotidianità». Eppure il peso di non deludere le aspettative c’è. Esattamente come c’è quello di non aver creato una famiglia: «Ho tanti amici e persone che mi vogliono bene, ma la mia vita in un certo senso è vuota, dal punto di vista classicamente affettivo. Non ho creato una famiglia mia, non ho figli, mia madre se ne è andata un mese e mezzo fa. Mio padre non sta bene, il mio ex compagno è morto di infarto tre giorni dopo la scomparsa di mia madre».
Un momento di grande fragilità che, forse, deve essere sfuggito alla giuria di Ballando, che, con lei, non ci è certo andata leggera: «Sono arrivate lettere, messaggi. La giuria, forse pensando che io fossi quella forte, ha voluto stupire, mi hanno insultata, se la sono presa con me con violenza. Poi si sono scusati, capitolo chiuso». Quanto al suo futuro non ha dubbio: tornare al cinema con un grande ruolo: «Ho fatto sceneggiati con Comencini, Le Mani Sporche con Mastroianni, La Piovra. Il mio primo ruolo a 18 anni, la biografia di Sibilla Aleramo, fece 20 milioni. Ho vinto sei Telegatti e un David di Donatello. Vorrei che la cosiddetta “intellighenzia” mi guardasse con meno puzza sotto il naso».
Mario Manca, Vanity Fair