ll nuovo album del giovane artista di Carrara perfeziona il suo percorso con un sound contemporaneo e internazionale, che prende spunto dalle ultime tendenze USA, dalle nuove correnti europee passando dall’America Latina per arrivare alle super collaborazioni con alcuni tra i più importanti artisti italiani: Sfera Ebbasta, Guè, Rkomi, Lazza
Il brano che apre l’album si chiamerà anche Sogno Fragile ma in realtà segna una partenza robusta perché proprio da lì Irama ci indica dove il sole risorgerà e lo fa fin dall’incipit del suo nuovo album di inediti Il Giorno in cui Ho Smesso di Pensare. Una chitarra delicata ci porta in Baby – Capitolo XI ed è interessante come in un paio di punti appoggia la sua voce ruvida su suoni quasi floydiani. La nostalgia è dominante in Una Lacrima che ha il feat di Sfera Ebbasta. E’ un amore tossico, non facile, al centro del brano. Prima un titolo poi il testo si riempie di baby, quasi un esorcismo a fitte cardiache. In Gocce, che ha la partecipazione di Rkomi, un amore dai confini poco definiti si sopisce con cinque gocce di lexotan che finiscono in un bicchiere; dimenticavo, anche qui c’è una citazione…baby. Bello l’attaco funky di Come Te Llamascondiviso con Willy William, una sorta di babilonia linguistica tra inglese, italiano e spagnolo. Perfetto come singolo dell’estate, mette voglia di ballare, oscilla tra il gtano e il reggaeton e, udite udite, anche qui baby si tu sientes frìo! Yo quiero amarte ha il sapore dolce di una serenata estiva: ma in questo effluvio di romanticismo non è prevista la baby-invocazione; forse perché seguendo lo sviluppo del testo c’è un po’ di tragressione e carnalità (Sangria e Marijuana dentro l’aria mentre l’alba va via due Whiskey e sco***mo) e la dea dell’album va preservata.
Seguo la discesa sulla linea della schiena è una frase bellissima e apre Una Cosa Sola che ha il feat. di Shablo. E’ una canzone agrodolce, che alterna guizzi di grande intensità affettiva a un po’ di disincanto. Forse è questo il motivo per cui deve fare a pugni con Dio. Colpiscimi è un pezzo alla vecchia, diretto, verbalmente violento, con un senso di sconfitta e smarrimento. Fondamentale per dare spessore al disincanto la voce di Lazza. Iride, eseguita insieme a Guè Pequeno, mi ricorda i primi 883 anche dal punto di vista della costruzione testuale; è un brano divertente, affascinante nel quale è bello perdersi grazie alle tante citazioni. Goodbyeci mostra, a mio avviso, l’Irama più vero, più nudo: sembra una preghiera laica, ha un afflato poetico, basta soffermarsi su nei tuoi brividi cadrò sento che ci abbracciano chissà se, chissà se stai bene. Un piano quasi classico ci presenta Moncherie feat. Epoque, un brano che è carezzevole come uno sguardo in fondo al mare. E’ una invocazione, la richiesta di un’altea chance; va detto che la voce di Epoque conferisce al pezzo un qualcosa di magico. Il titolo sarà anche E’ la luna, che detto così provoca palpiti, ma se la ascoltate con attenzione, della mitologica Selene c’è la metà oscura con un po’ di pessimismo leopardiano. Il Giorno in cui Ho Smesso di Pensare si chiude col brano sanremese e devo ammettere che nell’album è più intensa che nella versione dell’Ariston. Fa venire davvero voglia di un ascolto nel silenzio.