Il Centro Amazzone di Palermo riparte da Edipo con un progetto di studio, ricerca e creazione che ha lo sguardo rivolto al presente. Al tempo del Covid, il Centro Amazzone, attraverso il suo spazio di ricerca teatrale “Migrateatro”, riparte dal contemporaneo attingendo ai testi antichi come l'”Edipo Re” di Sofocle, sotto la guida della drammaturga Lina Prosa. Il progetto “Generazione Edipo” privilegia in questa fase il processo creativo e non produttivo attraverso una collaborazione tra Arlenika-Centro Amazzone di Palermo e l’AsKene-LeLabo di Losanna. L’idea, dopo il lungo percorso di ricerca, è arrivare a una messinscena nel 2022. I piani di lavoro sono due: “Generazione Edipo-L’Umanità in ginocchio” e “Generazione Edipo-verso la scena”.
“Generazione Edipo-L’umanità in ginocchio” riflette in maniera interdisciplinare sulle connessioni culturali e sociali tra il presente oppresso dalla pandemia e le vicende traumatiche del destino di Edipo legate alla peste di Tebe. Il programma prevede seminari e dibattiti sulla storia umana e sui suoi passaggi critici, con la partecipazione di un esperto di drammaturgia antica, un antropologo, un infettivologo, un oncologo e un fisico ambientale. “Generazione Edipo-verso la scena” comprende, invece, quattro ateliers dedicati al rapporto tra classico e contemporaneo, con riferimento a due testi: “Edipo Re” di Sofocle, “Giocasta Flash” di Lina Prosa. Gli ateliers, con la presenza di un regista, un drammaturgo e sei attori professionisti, realizzeranno intorno ai testi un “Cantiere poetico” in tre luoghi di elaborazione e creazione: Palermo, Losanna, Segesta (Teatro antico). Il Cantiere mette a fuoco le molteplici connessioni tra narrazione drammaturgica e attualità, nella figura di Edipo, alla ricerca di una pratica attoriale fuori da quei modelli di produzione e fruizione rivelatesi inadeguati alla realtà di oggi proprio con la crisi pandemica, nonostante la chiusura dei teatri sia apparsa alla maggioranza il male principale. E infine alla ricerca di un senso del teatro nella comunità e della funzione dell’artista nella società. Alcuni momenti degli ateliers saranno condivisi con un ristretto pubblico di interessati, anche studenti, o diffusi in streaming. Si parte lunedì 1 marzo nello spazio Migrateatro, rinnovato e inaugurato proprio in questi giorni, con il percorso creativo di danza “Enigma. La parola trafigge il corpo”, diretto dalla danzatrice e coreografa Silvia Giuffrè che da tempo indaga i rapporti fra filosofia e danza. “Desidero esplorare con il gruppo il tema dell’enigma. Alla ricerca di una corrispondenza tra parola e corpo, intenzione e gesto danzato. Esplorare la “parola fluida del corpo”, giocando con il gesto danzato tra astrazione e corporeità. Esplorare la drammaturgia attraverso il corpo, anzi cercare proprio una “drammaturgia del corpo”, dice Giuffrè. Il percorso si articolerà in incontri intensivi mensili (marzo-maggio) con la partecipazione di attori non professionisti. L’esperienza creativa indagherà il rapporto tra il corpo e la parola come strumento di conciliazione o di annientamento nelle relazioni umane e artistiche. Un gruppo di attori professionisti sarà invece impegnato su un lungo periodo di ricerca su “Edipo Re” di Sofocle. “Il mito e il Teatro classico – dice Prosa – costituiscono il codice universale per interpretare, cercare di capire il presente, specialmente se questo si ritrova in crisi profonda fino a perdere la sua radice umana e la centralità del corpo quale fabbrica dei linguaggi. Ogni volta che si ripete la modalità teatrale “classico-contemporaneo” è per parlare del presente e del pubblico, per interrogare il nostro tempo e non il passato. È questo l’obiettivo del progetto “Generazione Edipo”, con una attenzione particolare alle giovani generazioni del palcoscenico e della platea (attori e pubblico)”. Progettare il futuro in piena pandemia è una sfida che il Centro Amazzone raccoglie. “Mentre stiamo per progettare il futuro prossimo siamo in piena pandemia – continua Prosa – ovvero ci ritroviamo nelle stesse condizioni che viveva la città di Tebe, colpita dalla peste, mentre era re Edipo. La figura mitica di Edipo ha da sempre attraversato le grandi questioni legate soprattutto all’azione umana, ai suoi perché, al suo destino stretto tra caso e fato. Sappiamo come sia entrato nel linguaggio psicanalitico diventando chiave di indagine, ma anche di visione, di un mondo oscuro come l’inconscio. Nel progetto “Generazione Edipo” ciò che è oscuro è il nostro tempo, reso opaco dai confinamenti sanitari, dalla rottura delle relazioni sociali in cui l”altro’ è portatore di contagio. Lo stesso vale per il teatro dove è lo spettatore l’altro da cui distanziarsi, difendersi”. È evidente il collegamento tra l’attuale esperienza pandemica e il contesto pestilenziale in cui il re di Tebe ricerca le cause di una catastrofe umana e sociale con cui il progetto fa appello alla responsabilità personale dell’esperienza globale in corso.