Vi spiego il successo di Don Matteo

Vi spiego il successo di Don Matteo

(Tiziano Rapanà) Gli ascolti di ieri hanno confermato l’imperituro trionfo di Don Matteo, che ha conquistato 6,7 milioni di telespettatori – pari al 28,8%. Il successo è dovuto ad una serie di fattori, che spiegano la fedelta del pubblico al prodotto.

1) Don Matteo. È la figura idealtipica del prete, che tutti vorrebbero. Buono, generoso, altruista: si immola per il prossimo con un coraggio inaudito, rischiando a volte il peggio. Don Mazzi, in un’intervista di qualche anno fa, lo ha indicato come un esempio da seguire e ha aggiunto: “Vorrei essere come lui”.

2) Spoleto/Gubbio. Gubbio (centro nevralgico delle indagini fino all’ottava stagione) e Spoleto (attuale luogo dell’attività ecclesiastica e investigativa di Don Matteo) rappresentano due posti ideali dove dimorare.  Nelle due città, almeno nella visione fantastica del serial, domina la concordia e la tranquillità. Il caos e il frastuono sono due caratteristiche lontane dal modus vivendi dei due luoghi. E anche gli omicidi, frequenti rituali della fantasia degli sceneggiatori, appaiono come un’eventualità e non come una consuetudine.

3) Il maresciallo Cecchini. Il personaggio interpretato da Nino Frassica, è una figura fondamentale nell’architettura del racconto: senza Cecchini, crolla Don Matteo. Il personaggio rappresenta l’aspetto comico ed umano della serie. È il normotipo, l’uomo qualunque. Un bravo cristiano, sanzanfamia e sanza lodo, che diverte e qualche volta commuove.

4) È una serie buonista. In Don Matteo, tutto è bene quel che finisce bene. Il lieto fine è una certezza, che rassicura e dona speme.

P. S. Scrivetemi, tizianodecoder2@gmail.com

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