Le serie tv che raccontano la storia e le storie: scoprite le 20 produzioni ambientate nell’800
Ambienti sfarzosi, paesaggi sublimi, come se fossero dipinti. I colori delle stagioni, gli abiti dell’alta società contrapposti agli stracci della povertà. L’aristocrazia e il popolo. I grandi fatti storici (la Storia) e le licenze creative (le storie) di chi riesce a tessere narrazioni all’interno di epoche da noi lontane. Eppure così vicine. L’800 è un secolo che le serie tv hanno sempre raccontato con grande interesse, capaci, ogni volta, di attirare l’attenzione del pubblico. In questo ultimo decennio le produzioni per il piccolo schermo, di pari passo con l’esplosione delle piattaforme digitali, hanno migliorato sempre più le trame e gli intrecci, le inquadrature e lo stile, le scenografie e i costumi.
L’800, come ogni epoca, ha un suo fascino ed una sua potenza, sia nelle immagini che nei contenuti. Sì, perché c’è sempre qualcosa di interessante (da scoprire o da rileggere) quando si parla di “serie storiche”. Ma, più di ogni altra cosa, quello che ci colpisce di queste serie e di questo periodo sono i sentimenti dei protagonisti. Da un lato l’atavico male insito nell’animo umano, le invidie e le gelosie, la bramosia di potere, l’egoismo, il narcisismo dei ricchi, la sfrenata ambizione personale, lo sfruttamento dei meno agiati, la violenza bestiale come strumento di affermazione di sé. Dall’altro lato, semplicemente, l’amore. Verso chi sta peggio, verso la persona che vorremmo al nostro fianco, contro ogni ostacolo e imposizione. E poi la passione. È la passione che muove l’800 e le serie tv che lo raccontano.
Bridgerton (2020-presente)
In attesa della seconda stagione, un anno fa esatto su Netflix debuttava Bridgerton, la serie ambientata ad inizio ‘800, durante la Regency Era (Reggenza inglese) con protagonista la passionale storia d’amore tra Phoebe Dynevor – nei panni di Daphne, la quarta figlia del visconte Bridgerton – e Regè-Jean Page, nella parte del Duca di Hastings. Sensualissima e moderna (nella colonna sonora ci sono canzoni di Rihanna, Ariana Grande e Maroon 5), tra glamour e inclusività, Bridgerton è una serie – con la voce narrante della mitica Julie Andrews – che ha saputo brillantemente tradurre in immagini i romanzi di Julia Quinn sui quali è basata. Un modo nuovo e fresco di catturare e restituirci l’alta società londinese.
The English Game (2020)
Tutti i “malati” di calcio dovrebbero vedere dove e come è nato il football. In The English Game, titolo che svela la terra dove questo sport globale si è sviluppato verso la fine del 1800 (la storia inizia nel 1879), è una mini-serie in 6 episodi – disponibile su Netflix – che va ricordata non solo per la tematica (e intorno al gioco del calcio si sviluppano intriganti vicende) per il suo brillante creatore, quel Julian Fellowes già autore dello straordinario Downton Abbey(ambientato però nel secolo successivo, sono uscite 6 stagioni, un film e un secondo film in arrivo) e di altri due titoli che vediamo qui sotto.
Belgravia (2020)
La seconda mini-serie di Fellowes, uscita lo scorso ottobre su Sky Serie, racconta con grande eleganza l’aristocrazia britannica tra Ottocento e prima metà del Novecento. Adattamento del suo omonimo romanzo del 2016, la storia di Belgravia, – nome dell’esclusivo quartiere dove vivono le famiglie protagoniste dei sei episodi – è ambientati nella Londra della prima metà del XIX secolo, un periodo fondamentale della storia Europea. Le vicende private dei personaggi si intrecciano infatti con i principali fatti storici dell’epoca, ovvero quell’Età della Reggenza che nel Regno Unito seguì alle rivoluzioni, ai moti romantici e alle guerre Napoleoniche. Il risultato è un appassionante feuilleton che mostra i cambiamenti della società britannica, tra nobili, nuovi ricchi dell’alta borghesia e arrampicatori sociali.
The Gilded Age (dal 2022)
Chiudiamo la parentesi dedicata a Julian Fellowes con la sua ultima (per ora) fatica, ovvero The Gilded Age, la serie tv che andrà in onda in prima assoluta su HBO il prossimo 24 gennaio e che avrà come protagonista la debuttante Louisa Jacobson, la trentenne figlia di sua maestà Meryl Streep. Stavolta l’autore abbandona l’ambientazione britannica in favore di quella statunitense durante la seconda Rivoluzione Industriale (un periodo va dal 1870 al 1900): la figlia d’arte, nei panni della giovane Marian, si troverà costretta a giungere alla Grande Mela partendo dalla campagna della Pennsylvania. La società del Nuovo Mondo è in fermento e sempre più polarizzata, tra nuovi ricchi e vecchi schemi sociali. Nel cast c’è anche la grandissima Shirley MacLaine.
The Luminaries (2020)
Quasi contemporanea all’epoca di The Gilded Age, ma questa volta in terra britannica, è The Luminaries, la miniserie che viaggia nel decennio della corsa all’oro – qui ci troviamo precisamente nel 1866 – ben descritta nell’omonimo romanzo di Eleanor Catton (pubblicato nel 2013) dalla quale è tratta. Protagonista è la giovane avventuriera Anna Wetherell (Eve Hewson) che partirà da Londra per arrivare nella Nuova Zelanda. Tra i personaggi c’è anche Lydia Wells, interpretata da Eva Green. C’è anche un aspetto fantasy, come si evince dal titolo italiano, I Luminari – Il Destino nelle Stelle: nel romanzo della Catton ogni personaggio è associato ad un pianeta/segno zodiacale: se Anna è la Lune e il Sole, Lydia è Venere.
Vouge.it