Ci sono alcune cose che, fissate in un certo modo nella propria mente, diventano imprescindibili e inattaccabili. La voce di Tonino Accolla sovrapposta al labiale di Eddie Murphy è una di queste e l’uscita de “Il principe cerca figlio”, sequel del film degli anni Ottanta, travolge improvvisamente i nostalgici, costringendoli a fare i conti con la morte del grande doppiatore nel 2013.
Avere una certa età significa fare i conti non solo con gli acciacchi ma con i ricordi, la nostalgia e il fatto che certe cose fissate nella propria mente in una certa maniera siano imprescindibili, indiscutibili. Ecco, la voce di Tonino Accolla sovrapposta al labiale di Eddie Murphy è una di queste. A 30 anni di distanza l’effetto amarcord profana un altro grande classico degli anni Ottanta con Il principe cerca figlio, sequel del film con Eddie Murphy, probabilmente il
più grande successo cinematografico dell’attore americano. Ma a dispetto della logica curiosità per la trama e l’impostazione di questo sequel, Il principe cerca figlio dovrà fare i conti con una questione fondamentale: l’inseparabilità tra Eddie Murphy e la sua voce italiana storica, Tonino Accolla. Il doppiatore, scomparso nel 2013 e a parere di chi scrive mai celebrato fino in fondo per la sua grandezza, era riuscito a replicare la stessa magia anche per Homer Simpson, impossessandosi dei personaggi tramite il semplice utilizzo della propria voce. Accolla è stato un gigante di inventiva, capacità di riscrittura dei dialoghi ed è stato capace di portarsi con sé le maschere alle quali ha dato voce. Non è un caso che gli stessi Simpson, nonostante il lodevole impegno di Massimo Lopez che ne ha preso il posto, abbiano avuto un clamoroso calo di appeal.
Il principe cerca moglie è uno di quei classici della comicità americana che alle nostre latitudini abbiamo imparato a memoria sentendo suonare e risuonare la voce di Accolla, un genio che ha esaltato così tanto il talento comico di Eddie Murphy da averlo superato, essersi sostituito a lui, o essergli quantomeno diventato indispensabile. Non lo ha solo doppiato, sembra averlo capito più di quanto Murphy stesso avesse capito di sé. Non abbiamo riso per Murphy, abbiamo riso per Accolla.
Non è una novità che siano stati spesso gli stessi interpreti stranieri a rendere omaggio ai doppiatori italiani che qui in Italia hanno saputo fare un grande lavoro nel plasmare i loro personaggi attraverso l’adattamento linguistico. Era successo con Woody Allen per il compianto Oreste Lionello, così come per De Niro con Ferruccio Amendola. Ma se in questi due casi il dramma pare essersi risolto, lo stesso non sembra accaduto per Accolla. Non me ne voglia il bravissimo Fabrizio Vidale, doppiatore di Murphy ne Il principe cerca figlio, che certamente avrà approcciato questa sfida con la consapevolezza di doversi misurare con un gigante. E non me ne voglia nemmeno la produzione del film: chi sta evidenziando il limite di partenza del film, è lo stesso che, per effetto della stessa nostalgia di cui sopra, lo vedrà a poche ore dall’uscita.
Andrea Parrella, Cinema.fanpage.it