Gerry Scotti: “Per il matrimonio c’è tempo, io e Gabriella ci stiamo studiando”

Gerry Scotti: “Per il matrimonio c’è tempo, io e Gabriella ci stiamo studiando”

Il conduttore si racconta in una intervista al “Corriere della Sera” tra famiglia, infanzia e carriera

Gerry Scotti parla della compagna Gabriella e al “Corriere della Sera” racconta che per il matrimonio c’è ancora tempo.

“Ci stiamo studiando… Non so quante sarebbero riuscite a stare tanti anni con un uomo nazionalpopolare come me, io so che avevo assolutamente bisogno di una donna come lei. Non ama il clamore, quasi la infastidisce”, confessa.

Il conduttore di Mediaset Gerry Scotti si confessa a 360 gradi tra l’infanzia trascorsa alla periferia di Milano e la lunga carriera. “Quando avevo quarant’anni – prosegue Gerry Scotti – in poco tempo sono morti i miei genitori e c’è stato il mio divorzio. Parevano bruciate di colpo tutte le statuine del presepe che rappresentava il mio concetto di famiglia. Poi, assieme ai miei amici, a mio figlio e alla famiglia che ho ricostruito con Gabriella e i suoi figli, sono riuscito a portare avanti i valori in cui credo”. 

Una famiglia felice – A gennaio 2023 Gerry Scotti sarà di nuovo nonno: “Edoardo mi renderà di nuovo nonno e sono riconosciuto come figura paterna anche dai figli della mia compagna: sono il rompiscatole che dice di spegnere la luce o non far scorrere l’acqua in casa. Ora sono grandi, ma quante notti sono stato sveglio aspettando uno o l’altro che rientrasse… loro sono la mia ancora di salvezza, mi fanno sentire un uomo vivo e una persona qualsiasi”.

L’infanzia di Gerry Scotti – Gerry Scotti parla anche degli anni del liceo e degli amici di un tempo: “Il nostro gioco era stare seduti sul marciapiede e indovinare il colore delle prima macchina che sarebbe passata da viale Zara. Il fatto di poter riatterrare ogni volta tra loro mi ha tenuto ben legato al Gerry Scotti che ero e che sono sempre stato… Ho sfiorato Milano centro: sono andato al liceo classico Carducci e non era proprio pieno di figli di operai, anzi. Eravamo solo io e il signor Villa. La nostra presenza faceva arrabbiare alcuni professori retrogradi. Alle mie prime difficoltà in greco e latino avevano detto a mia mamma: dovevate mandarlo a fare una scuola professionale”.

Le torte a casa Scotti – “I miei compagni arrivavano a scuola con le Maserati, le Jaguar, perfino una Lamborghini. Il nostro sfogo era fidanzarci con le figlie della Milano bene. Eravamo ben voluti, andavo anche a fare i compiti da loro. Entravo in queste case e vedevo maggiordomi, sei, sette stanze… io vivevo in due stanze più servizio con i miei genitori. Ogni tanto qualche compagna veniva a studiare da me e il giorno dopo, in classe, mi chiedevano tutti: ma veramente a casa tua c’è la torta ogni giorno? Ho scoperto che questi figli della Milano più ricca avevano forme di ristrettezze che io, figlio di operai, non avevo. Da me la ciambella di mia mamma non mancava mai. E lì ho capito che i benefit della vita sono altri”.

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