Da giovedì torna su Rai3 con «Rischiatutto», lo storico quiz di Mike Bongiorno che ha rivisitato in chiave contemporanea: «Sarà un viaggio con la macchina del tempo»
Tutto uguale come allora. Lo studio, le scritte e le cabine, i pulsanti e le cuffie Anni 70. Ma tutto a colori anziché in bianco e nero. «Abbiamo ricostruito ogni cosa come fosse un set cinematografico, qui è tutto originale come allora. Solo il Signor No (il baffuto notaio Ludovico Peregrini, ndr) è una copia, è stato rifatto alla Silicon Valley. Si capisce che non è quello vero dal fatto che ride». Scherza ma è orgoglioso Fabio Fazio, che da giovedì torna su Rai3 con Rischiatutto, lo storico quiz di Mike Bongiorno che ha rivisitato in chiave contemporanea. «Questo programma è una macchina del tempo, ma fuori dal tempo — spiega il conduttore, che ha voluto al suo fianco la vedova di Mike, Daniela —. Perché i tempi televisivi sono quelli di allora e in questo senso è un esperimento coraggioso. È come un’auto d’epoca, ma da guidare alla sua velocità, non avrebbe senso darle il motore di una macchina moderna. Questo non è solo un programma televisivo, ma un programma emotivo». Le tre fasi storiche del gioco ci sono tutte: domande preliminari, tabellone, domande in cabina. Tra le novità la «materia vivente», un personaggio noto invitato a porre ai concorrenti quesiti sulla propria carriera (si parte con Carlo Verdone). Niente valletta invece, perché «ormai non ha più senso». Per questo il ruolo sarà «recitato» ogni settimana da una (giovane) attrice diversa (il via con Matilde Gioli). Il direttore generale Campo Dall’Orto sottolinea che in tempi di identità liquida la «Rai è l’unica azienda in Italia che può creare eventi collettivi» e elogia il conduttore: «Riesce a essere insieme popolare e complesso». La direttrice di Rai3 Daria Bignardi promuove la sua rete: «A parte piccoli dettagli, Rai3 va bene, con mezzo punto settimanale più dello scorso anno». Il «dettaglio» è Politics, trasmissione «da sistemare»: «Ora si occuperà di referendum, poi ci sarà un ri-debutto». Abituato agli attacchi, Fazio è oggi accusato di invitare troppi personaggi targati Sky a Che tempo che fa: «La Rai è la tv pubblica, di tutti, quindi anche di quelli che guardano altre televisioni. E poi il dovere della Rai è raccontare la contemporaneità e non si può non tenere conto degli altri. Se no ti chiudi nell’autarchia e ti condanni all’estinzione».
Corriere della Sera