Margareth Madè: «La mia Alida Valli, donna malinconica»

Margareth Madè: «La mia Alida Valli, donna malinconica»

Alida Valli? Una donna malinconica». Margareth Madè impersona la grande attrice nel nuovo ciclo del Segno delle donne, su Rai Storia (canale 54) dal 28 settembre in prima serata, prodotto da Gloria Giorgianni. Una docu-fiction in sei episodi dedicata a sette protagoniste, interpretate da altrettante attrici, che hanno lasciato un segno profondo nella storia culturale e sociale italiana. Oltre alla Valli, Liala, Fernanda Gattinoni, le sorelle Angela e Luciana Giussani, Colette Rosselli e Carina Massone Negrone. Nuova conduttrice la scrittrice Elena Stancanelli che, in un serrato «faccia a faccia», intervista i personaggi. «Per prepararmi a impersonare Alida – riprende Margareth – ho letto tutte le sue testimonianze, oltreché rivederne vari film, e ho scoperto una donna molto diversa da come potevo immaginarla. Sotto l’apparenza patinata della diva, si coglie lo stato d’animo della persona e la sensazione che ho avuto è quella della sua fame d’amore. Purtroppo la sua più importante relazione, con l’aviatore Carlo Cugnasca, finì a causa della morte del militare in Libia nel 1941. E, quando poi sposò il compositore Oscar De Mejo ed ebbe un figlio, lo chiamò Carlo».

La vita sentimentale di Valli continuò a essere travagliata. «Dopo il divorzio dal primo marito — continua Madè — si fidanzò con Piero Piccioni, coinvolto nel caso di Wilma Montesi e Alida ebbe molti problemi. Per questo affermo che, pur essendo apparentemente fortunata, considerata la fidanzata d’Italia nel periodo dei telefoni bianchi, esprime attraverso lo sguardo una profonda tristezza». Margareth, che in passato ha interpretato Sophia Loren nel relativo biopic televisivo, avverte qualche affinità con Alida? «Qualcosa direi di sì. Spesso mi hanno detto che anche i miei occhi esprimono una certa malinconia, inoltre entrambe abbiamo dovuto scegliere un nome d’arte: il vero cognome di Valli era lunghissimo, perché appartenente a una famiglia nobile, il mio perché Maccarone poteva essere scambiato con un tipo di pasta. Comunque, ho cercato solo di cogliere le similitudini interiori del personaggio, spiandone gli aspetti più nascosti, per trasmettere al pubblico delle emozioni». Tra le altre attrici coinvolte nella docu-fiction, Giuliana De Sio e Lorenza Indovina. Sottolinea Giorgianni: «Oltre a personaggi famosi, abbiamo dato voce a donne considerate figure secondarie, per esempio le sorelle Giussani, ideatrici di Diabolik».

Emilia Costantini, corriere.it

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