250 milioni di stream fa Gionata Ruggeri, in arte GionnyScandal, era uno dei tanti rapper della nuova scena italiana. Oggi è una star, con all’attivo certificazioni d’oro e di platino per le vendite, un seguito oceanico di pubblico e una maturità conquistata in dieci anni di vita nel mondo della musica. Il nuovo singolo, Buonanotte, che viene pubblicato domani su tutte le piattaforme, ce lo propone in una versione più melodica, più pop, una canzone romantica, una canzone d’amore. Come se il rapper di Pisticci avesse deciso di dar corpo sempre di più ad una vena sentimentale che ha scoperto da poco: “In realtà un po’ mi piace, è vero, ma non è accaduto per scelta”, ci dice, “Questo è un pezzo un po’ particolare, l’ho scritto a giugno quando mi sono lasciato con la mia ragazza. Invece di mandarle un messaggio ho scritto questa cosa di getto, senza pensare al fatto che sarebbe potuta diventare un singolo”.
Il rapporto con la realtà resta quindi il principale motore di quello che scrive?
“Di solito cerco di raccontare quello che succede, ho una valigia immaginaria con tutte le esperienze che ho fatto nella vita e poi, quando sento il bisogno di scrivere, la apro e scrivo. Raramente mi metto a tavolino a ragionare, non c’è mai nulla di prevedibile”.
Sono canzoni generazionali, ma diverse da quelle di molti dei suoi colleghi…
“Si, penso che rispecchino la generazione attuale perché canto di esperienze in cui altri possono riconoscersi. Quello che fanno gli altri è diverso, alcuni non li condivido, altri parlano di cose non hanno vissuto e copiano gli americani, ma in generale ci sono moltissimi artisti validi nella scena di oggi”.
Quanto è cambiata la sua vita dopo il successo?
“E’ cambiata molto, soprattutto in termini di esperienza, e io sono ovviamente cresciuto. Prima pensavo ad andare in giro il sabato pomeriggio, adesso è difficile che io possa farlo perché si trasformerebbe in una corsa a ostacoli. Ma a parte questo le amicizie sono rimaste le stesse e anche le cose che faccio. Non metto in mostra la mia vita privata, non cerco i flash dei fotografi, e quindi non penso che la gente in questi anni abbia visto in me qualcosa di diverso, la cosa primaria resta la musica”.
In dieci anni la musica italiana è molto cambiata. Anche la sua, dunque.
“Dieci anni sono tantissimi in realtà. Io ho cercato di restare lo stesso, per non deludere quelli che mi seguono e mi ascoltano, ma allo stesso tempo credo di essere maturato, sia dal punto di vista artistico che personale, credo di essermi in qualche modo evoluto. Non sono rimasto fermo, i suoni sono cambiati, le atmosfere anche, e soprattutto le esperienze che ho fatto nella vita mi hanno portato a scrivere testi diversi”.
Possiamo dire che oggi non è più solo un rapper ma che la strada è quella di un cantautore?
“Assolutamente si, io oggi mi sento più cantautore. All’inizio l’obbiettivo era fare rap, adesso è scrivere, pezzi, canzoni, diventare anche un bravo interprete. Prima era solo godere e via, era il rap e faceva figo, adesso alla musica chiedo di più”.
Ernesto Assante, Repubblica.it