Morgan dopo lo sfratto: “Io come Leopardi e D’Annunzio”

Morgan dopo lo sfratto: “Io come Leopardi e D’Annunzio”

Il cantante Marco Castoldi, in arte Morgan, è tornato a denunciare lo stato di difficoltà in cui si trova dopo il pignoramento della sua casa. L’occasione per parlare, ancora una volta, della sua difficile situazione economica è stata la conferenza di presentazione del Premio Tenco, dove l’artista si è lasciato andare a nuove polemiche. “Per gli artisti nessuno fa nulla – ha esordito Morgan – Scrivo le lettere (ai Ministri) ma non rispondono: nessuno lo ha fatto, non si usa più. Ho trovato insensibilità. Il mio appello è quello di fare un disegno di legge perchè quello che è successo a me potrebbe succedere a tutti. Non c’è niente: la Siae non fa nulla e ha anche gli appartamenti, il Mibac non fa nulla, nessuno fa nulla. Non l’avevo mai toccato con mano ma non frega niente a nessuno. Sono convinti che le case di D’Annunzio o Leopardi, diventate musei, sono nate dal nulla dopo che loro sono morti. No, le case le hanno realizzate da loro mentre erano vivi: questo è un passaggio che manca”.

Il cantautore ha confessato di aver fatto appello alle istituzioni, scrivendo al sindaco di Monza ma anche al Ministro della Cultura Bonisoli e Dario Franceschini, al quale ha proposto un disegno di legge per aiutare gli artisti in difficoltà: “Ho scritto al Ministro una lettera per esporgli l’idea di aiuto agli artisti in dieci punti; una lettera che sarà pubblicata dalla Nave di Teseo. Vorrei che diventasse un disegno di legge”. Non sono mancati, però, momenti di ironia con i giornalisti, in particolare sulla questione degli insetti presenti nella sua nuova abitazione – sgabuzzino, ammettendo che si trattava di una colorita espressione più letteraria che reale.

Morgan, che presenterà in forma gratuita il Premio Tenco in programma a Sanremo in ottobre, non si è risparmiato, infine, una stoccata al mondo televisivo, soprattutto sui talent musicali che gli hanno regalato popolarità: “I talent mi hanno rovinato la vita. Non ne farò più. Il gioco va bene quando dura poco: il talent è troppo facile, lo lascio fare a chi è convinto. Perchè io non sono così desideroso di trovare nuovi talenti: ce ne sono troppi e il mercato è sovraccarico. Preferisco stare in studio registrazione a fare musica: sono un musicista, non un opinionista, mi annoio a fare quel lavoro ed essere stigmatizzato come uno che ha fatto solo il giudice nei talent: è pesante”.

Novella Toloni, ilgiornale.it

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