Cattivissimo me e Cars, quando il sequel è meglio

Cattivissimo me e Cars, quando il sequel è meglio

Nulla da invidiare ai capitoli precedenti, film da non perdere

Il festival dei record tutto dedicato ai ragazzi, il Giffoni Film Festival, ha presentato quest’anno tra le tante anteprime, quelle di due film che dimostrano come oramai i sequel non siano più uno stanco ripercorrere delle strade scavate dal successo ma una nuova possibilità di esercitarsi nell’arte multiforme del cinema. Si parla di due film d’animazione di prima classe, ovvero il terzo episodio della serie di Cattivissimo me e sempre il numero tre di un’altra saga cartoon altrettanto fortunata, come Cars. Il primo firmato ancora da Pierre Coffin e in sala il 24 agosto con Universal, il secondo di Brian Fee, sempre di casa Pixar – Disney, in arrivo nelle sale italiane il 14 settembre. Episodi numero tre che non solo vivono di vita propria ma superano in genialità creativa e profondità di temi anche i due film precedenti dimostrando come la serialità cinematografica, oramai così consueta soprattutto nelle pellicole destinate al pubblico di bambini e ragazzi, è capace di affilare le armi tecniche ma anche quelle dei contenuti e della sceneggiatura.
Due film che, anche qui oramai si tratta di una consuetudine, si rivolgono ad un pubblico di molte età permettendo una lettura su più piani, da quello del puro e semplice intrattenimento, ai riferimenti cinematografici, allo spessore dei contenuti. In entrambe i casi i personaggi crescono e si evolvono, trovano nuove realtà con cui confrontarsi alla ricerca di soluzioni che sono poi il senso della vita. In Cars 3 così ad esempio c’è il protagonista Saetta McQueen che deve fare i conti con il declino fisico: nel suo caso, essendo un’automobile sarebbe meglio dire meccanico. Deve fare i conti con le nuove tecnologie che permettono ai suoi giovani sfidanti come Jackson Storm di calcolare traiettorie in modo perfetto e di raggiungere velocità per lui inarrivabili nonostante la ineguagliabile esperienza. Capirà alla fine Saetta che la cosa importante è la comprensione del senso delle sfide e che la sua dal piano puramente ‘fisico’ si è spostata su quello più ampio della vita e di cosa significa lasciare il segno anche per un campione dello sport che oggettivamente non è più in grado di vincere. E in un mondo maschile come quello delle corse delle auto scoprirà anche il valore del segno femminile che con il personaggio di Cruz entra prepotentemente nella storia.
In Cattivissimo me 3 la sfida per il protagonista Gru, che già è passato da cattivo a buono non senza conseguenze, è quello di scoprire il vero valore della famiglia e delle tradizioni e di saperlo rielaborare in un contesto nuovo che avrà alla fine sempre lo scopo di salvare il mondo. Una battaglia in cui non sarà solo, ma contro un cattivo che questa volta raggiunge con Balthazar Bratt livelli di pura genialità insieme comica e creativa. Insomma a volte sequel è meglio.

ANSA

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