Il Fatto Quotidiano è in grado di anticipare i compensi d’oro di Viale Mazzini: si parte con quello del dg, si prosegue con quello a Marano, numero uno della Pubblicità (392.000) e si arriva a quello di Leone (360.000 euro), da oltre vent’anni in azienda
Ieri era domenica, un giorno di festa d’estate, ma il palazzo di Viale Mazzini è aperto per una conferenza stampa col direttore generale Antonio Campo Dall’Orto e il presidente Monica Maggioni. Ieri era domenica, di solito pure i corridoi del servizio pubblico tacciono, ma per affrontare una settimana di polemiche e proteste, l’azienda vara l’operazione “casa di vetro” (titolo un po’ abusato, però azzeccato). Perché oggi, incastonato fra seriose tabelle, sarà caricato sul portale “Rai.it” l’atteso e temuto “piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale”, un obbligo introdotto dalla riforma della televisione: bilanci, appalti e, soprattutto, gli stipendi dei dirigenti che superano i 200.000 euro e dei consulenti che sforano gli 80.000 euro.
Smaltito il lungo periodo di rodaggio e in attesa di valutare i programmi forgiati dai collaboratori di Campo Dall’Orto (in sigla Cdo), il capitolo ingaggi è senz’altro il passaggio più delicato per l’azienda. O meglio, il momento è delicato: in queste settimane gli abbonati pagano il canone nella bolletta elettrica. Perché ne parliamo? Perché Il Fatto Quotidiano è in grado di anticipare gli stipendi più onerosi di Viale Mazzini.
Una premessa. La stagione della sobrietà in Italia – nell’immaginario collettivo sfoggiata da Mario Monti con il loden – ha colpito per un attimo anche i dirigenti pubblici con l’avvento del tetto di 240.000 euro ai compensi dei dirigenti delle società controllate dallo Stato. L’ex direttore generale Luigi Gubitosi ha costruito il tetto in Viale Mazzini, ma è durato il tempo, esiguo, di emettere un titolo di debito (bond in inglese) per raggirare la norma: il tetto non vale, infatti, per le quotate e per chi emette sul mercato titoli di debito. Viale Mazzini ha importato l’astuto espediente sfruttato da numerose aziende pubbliche. E ora le cifre.
Campo Dall’Orto ha seguito l’esempio di Gubitosi, il mandato è triennale e dunque il contratto è triennale (criterio che ha imposto agli esterni di recente assunti): la retribuzione di Cdo è 650.000 euro l’anno. Il secondo stipendio di Viale Mazzini non è del presidente Monica Maggioni (270.000 euro da giornalista più circa 66.000 euro come indennità di consigliere), ma di Antonio Marano (392.000), scaltro dirigente, ex responsabile dei palinsesti, appena rientrato a Milano per guidare Rai Pubblicità. In questa classifica, Marano stacca di molto l’amministratore delegato della stessa Rai PubblicitàFabrizio Piscopo (322.000). Dopo Marano c’è Giancarlo Leone (360.000 euro), da oltre vent’anni in Viale Mazzini, già capo di Rai Cinema e dell’ammiraglia Rai1. Nell’elenco non figura Andrea Fabiano, successore di Leone a Rai1, perché il giovane direttore non raggiunge i 200.000 euro.
Nelle prossime settimane Campo Dall’Orto dovrà cambiare i direttori dei telegiornali. Per adesso, le nomine più discusse riguardano le reti: Ilaria Dallatana (Rai2, ex Magnolia) e Daria Bignardi (Rai3, ex conduttrice) percepiscono lo stesso compenso, 300.000 euro per tre anni, 20.000 in meno dei predecessori Andrea Vianello e Angelo Teodoli. Per l’esattezza, lo stipendio di Teodoli (Rai4) è di 326.000 euro.
Cdo per svecchiare l’offerta informativa e il racconto sportivo ha chiamato in Viale Mazzini due professionisti che hanno scatenato una furente reazione politica: Gabriele Romagnoli (230.00), direttore di Rai Sport; Carlo Verdelli (320.000), direttore dell’informazione. Il principale assisente di Cdo (il capo dello staff), Guido Rossi, è sotto la soglia dei 200.000, a differenza dell’ex Carlo Nardello (302.000) che ha lasciato l’azienda.
Stipendi quasi uniformi per i direttori dei telegiornali: Mario Orfeo (Tg1, 320.000), Marcello Masi (Tg2, 280.000), Bianca Berlinguer (280.000). Campo Dall’Orto, però, ha sforbiciato il compenso del direttore della comunicazione di 60.000 euro: a Giovanni Parapini vanno 260.000 euro l’anno.
Spesso è inserita nella lista di partenza, ma Tinni Andreatta è saldamente al vertice di Rai Fiction con un accordo a tempo indeterminato di 272.000 euro. Carriera, numeri, percorsi, relazioni, selezioni, un anno del manager renziano in Viale Mazzini in poche righe. Oggi è domenica, ma per Cdo è un altro esordio.
di Carlo Tecce, Il Fatto Quotidiano