A ‘Report’ con il Ponte Morandi

A ‘Report’ con il Ponte Morandi

Quattro, i segmenti della puntata di ‘Report’ che andrà in onda su Rai 3 e RaiPlay lunedì 26 giugno alle 21.15. Altrettante le inchieste che, con la conduzione di Sigfirido Ranucci, che verranno proposte al pubblico.
Questi i titoli e i temi: ‘La gallina dalle uova d’oro’ di Danilo Procaccianti con la collaborazione Andrea Tornago. 
Sono passati quasi cinque anni dal crollo del Ponte Morandi che ha provocato 43 morti. Da qualche mese si è aperto il processo che vede imputate 59 persone tra cui l’ex amministratore delegato Giovanni Castellucci che si è portato a casa 13 milioni di euro di liquidazione. Poi i Benetton si sono resi conto che forse non era il caso e glieli hanno chiesti indietro. Del processo si parla poco ma stanno emergendo fatti importantissimi: il principale è che tanti, troppi sapevano che quel ponte era ammalorato e non avrebbero fatto nulla. Per la prima volta andranno in onda gli audio originali delle intercettazioni e si ascolterà in tempo reale il racconto di quello che succedeva dalle voci dei protagonisti. Nel frattempo, ci hanno detto che Autostrade è tornata allo Stato. È veramente così?
‘La grande minaccia’ di Luca Chianca con la collaborazione Alessia Marzi
Tra il 16 e il 17 maggio scorso sulla fascia dell’Appennino romagnolo sono caduti fino a 250 mm d’acqua, su un territorio ancora fragile a causa della precedente alluvione dei primi di maggio. In 62 anni, non aveva mai piovuto così tanto da inondare tutta la pianura romagnola. E le strade in collina sono sprofondate sotto l’impeto dell’acqua. A 20 giorni dall’alluvione Report è andata in quelle zone per capire cosa sia realmente successo e cosa ci aspetterà negli anni futuri. Ormai a causa del cambiamento climatico dobbiamo abituarci a vivere queste stagioni, caratterizzate da eventi estremi. Ma i segnali sono sotto i nostri occhi da fin troppo tempo. Lunghi periodi di siccità si alternano a violenti nubifragi. E nel resto del mondo non va meglio. Gli inviati i Report sono andati negli Stati Uniti, seguendo il corso del Colorado River, uno dei fiumi più importanti al mondo. Oggi è sull’orlo del collasso a causa della siccità che lo ha colpito negli ultimi 20 anni e la sua acqua se la stanno contendendo ben sei Stati per continuare a sopravvivere in mezzo a un deserto. 
‘L’archivio dei battiti del cuore’ di Alessandro Spinnato con la collaborazione Ai Nagasawa
“L’arte come la verità non si trova in superficie e la si deve cercare sul fondo.” Così Daria Bonfietti, presidente dell’associazione familiari delle vittime di Ustica, chiude il lungo viaggio che da Bologna l’ha portata, insieme agli inviati di Report, a Teshima, una remota isola del Giappone. Durante il racconto si incrociano tre percorsi: il viaggio di Daria Bonfietti con la sua storia personale, la tragedia di Ustica, le bugie di stato e le verità raggiunte; l’opera di Christian Boltansky, artista francese scomparso nel 2021, che della ricerca della memoria ha fatto la sua cifra stilistica e che tra le tante installazioni sparse per il mondo, ha realizzato il Museo per la Memoria di Ustica e un museo a Teshima che raccoglie i battiti del cuore di decine di migliaia di persone provenienti da tutto il mondo; infine la storia di questa isola, per decenni discarica abusiva di rifiuti tossici, oggi sede della più importante triennale d’arte contemporanea giapponese, anche grazie a uno degli uomini più ricchi del Giappone, Soichiro Fukutake, che alle telecamere di Report racconta di una vera e propria folgorazione da cui ha maturato una critica radicale a quel capitalismo che lui stesso ha rappresentato per tanti anni.
‘Le sorelle del Covid’ di di Lorenzo Vendemiale e la collaborazione Carlo Tecce
Il 30 giugno chiude i battenti quella che è stata l’ex struttura commissariale Covid: è una data simbolica, perché segna la fine di un’era. Ma cosa resta dell’emergenza? Migliaia e migliaia di tonnellate di materiale inutilizzato, che oltre al danno dello spreco rischiano di presentarci anche il conto della beffa: Report ha scoperto che lo Stato sta spendendo decine di milioni di euro per conservare tutte le mascherine e gli altri dispositivi avanzati. Tra questi, ci sono anche le mascherine targate Fca, che stiamo continuando a pagare ben oltre la fine della produzione. 

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