Cara Delevingne ha aperto la sua casa di Los Angeles per l’Achitectural Digest: è un caso di sindrome da star? La invidiamo oppure ci spaventa?
Cara Delevingne è una delle personalità più eccentriche del mondo hollywoodiano attuale, quindi è naturale che Architectural Design abbia pensato a un tour video nella sua casa di Los Angeles, che la star ha volentieri aperto per le telecamere. Forse anche in omaggio al babbo Charles Delevingne, property designer, Cara non ha badato a spese per personalizzare una delle sue dimore nel modo più originale possibile: se infatti nel video c’è quel lusso un po’ fine a se stesso che ci si aspetta dai vip, c’è anche un margine di ricerca formale da parte di Cara, che con l’architetto Nicolò Bini ha completamente rifatto l’abitazione, risalente agli anni Trenta e originariamente dominata dal bianco e dal nero.
Cara definisce la casa una “casetta dei bimbi adulti”, poi ci introduce a un’installazione psichedelica dell’artista James Turrell, una carta da parati firmata Gucci, una cucina antica dipinta di bianco e blu, un pianoforte trasparente, un flipper che omaggia Hugh Hefner (“Questa casa è un po’ la mia Playboy Mansion“). Cara Delevingne definisce Bini il suo “Cappellaio Matto”, in grado di dare vita alle sue follie più estreme, come un “tunnel vagina” nel quale si rifugia per riordinare le idee ed esplorare la propria creatività. Vedere per credere, al minuto 3:10: si esce da un’altra parte della casa, da una porta che simula una lavatrice antica. Seguono omaggi a David Bowie, una collezione di scatole giapponesi, una veranda isolabile in un giardino con vari alberi da frutto (“Dove concentrarmi e magari leggere qualche copione”).
Ogni stanza ha un tema diverso, spiega l’attrice: c’è la giungla, c’è il Paese delle Meraviglie… non manca una stanza da bagno con tv e finestrone (da ricordarsi di velare, per non turbare l’eventuale giardiniere che assisterebbe allo spettacolo delle sue abluzioni, sottolinea). Il bagno è diviso in zone, “per lui” e “per lei” (“O anche per lei e per lei, a seconda di come mi gira”).
Carta da parati di Jonathan Yeo, sala da biliardo con stecca rosa e porta segreta, raccolte varie di costumi e cappelli deliranti, una poker room ispirata a David Lynch e un’indispensabile vasca di palline: annienta lo stress, “Non puoi piangere mentre ti butti in una vasca di palle, ti sentiresti un cretino!” In questo contesto, la sala cinema pur elegante, la zona per suonare, il jukebox e l’arcade con videogiochi vintage sembrano quasi banali e scontati, in una casa che è monumento, come spiega Cara Delevingne, alla necessità di mantenersi sempre un po’ infantili…
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