In Tennessee il parco a tema National Enquirer Live sta per inaugurare un’esibizione speciale che permette di rivivere la dinamica dell’incidente che ha causato la morte della principessa e indagare le teorie complottistiche che ne sono seguite. «Non è di cattivo gusto. Mostriamo solo ciò che è accaduto: il percorso da quando ha lasciato l’hotel Ritz e i paparazzi che la inseguono, compresi i flash che, crediamo, abbiano abbagliato l’autista», prova a difendersi chi l’ha inventata. Da i principi William e Harry un secco “no comment”
Il confine fra macabro e indecente è molto labile e il National Enquirer Live sembra non preoccuparsene. Anzi. Il parco a tema che sorge in Tennessee e che si ispira alle storie raccontate dall’omonimo settimanale scandalistico, aprirà oggi un’attrazione speciale che permette di rivivere la dinamica dell’incidente che ha causato la morte di Lady Diana sotto il tunnel del Pont de l’Alma a Parigi la notte del 31 agosto 1997.
«È tutto proiettato, si possono vedere i palazzi e le strade in 3D», spiega al Daily Beast l’imprenditore Robin Turner. «Mostra il percorso da quando ha lasciato l’hotel Ritz e i paparazzi che la inseguono, compresi i flash che, crediamo, abbiano abbagliato l’autista. Fa vedere cosa è accaduto». Niente scene cruenti o immagini di corpi in fin di vita. «Non c’è sangue. Nulla di tutto ciò. Si può vedere il momento dell’incidente attraverso la computer animation». Il tutto condito dalla possibilità data agli spettatori di esplorare e indagare le varie teorie cospirazioniste emerse in questi anni (e cavalcate senza pudore dal settimanale National Enquirer), legate a Lady Diana e al suo compagno dell’epoca, l’imprenditore anglo egiziano Dodi Al Fayed: dall’indiscrezione che la principessa del Galles fosse incinta al momento dello schianto fino al coinvolgimento dei servizi segreti britannici che avversavano la relazione tra la madre del futuro re e un musulmano. «Verrà chiesto in cosa si crede sia successo, le cause della sua morte e chi c’è dietro. Le nostre domande sono del tipo: “Credi che la famiglia reale sia coinvolta?”, “Credi che Lady Diana aspettasse un bambino?”. Tutto ciò che facciamo è chiedere quale sia l’opinione dei nostri visitatori», prosegue Turner. Che, probabilmente di fronte all’incredulità di chi gli stava di fronte, si affretta ad aggiungere: «Non è di cattivo gusto. Mostriamo solo ciò che è accaduto. Per quelli che non sono mai stati a Parigi è un modo per vedere la topografia della città, le distanze da un luogo all’altro, il tunnel. È realizzato in maniera molto professionale».
Le attrazioni ispirate agli articoli apparsi sul settimanale, però, non si limitano a Lady Diana e alla sua morte. Ci sono ricostruzioni di tantissimi scandali che hanno coinvolto, soprattutto, personaggi della scena politica americano. E non possono mancare due evergreen amati dai complottasti come la missione dell’uomo sulla Luna e le diverse teorie che ruotano attorno all’assassinio di John Fitzgerald Kennedy. Unico nome volutamente impronunciabile è quello dell’attuale presidente americano, Donald Trump.
Il nome National Enquirer rimanda immediatamente a un certo tipo di giornalismo scandalistico che in più di un’occasione ha passato il segno. L’ultimo fatto, in ordine di tempo, ha coinvolto il fondatore di Amazon Jeff Bezos e il tentativo di ricatto che alcuni dirigenti del settimanale hanno cercato di fare. Dylan Howard, in particolare, avrebbe scritto al miliardario di ritrattare alcune accuse mosse dal Washington Post (comprato alcuni anni fa da Bezos) al Presidente Donald Trump, la cui campagna è stata fortemente sostenuta dalla pubblicazione. In caso contrario, il National Enquirer avrebbe pubblicato delle fotografie piuttosto intime che Bezos stesso aveva mandato all’allora sua amante Lauren Sanchez. A causa di questo scandalo, il maggiore azionista di Ami, l’azienda che edita il NE, ha deciso di vedere la testata (la trattativa, secondo il Washington Post sarebbe alle fasi finali). «Anthony Melchiorre è nauseato e stufo di essere sempre accostato alle pratiche dubbie del National Enquirer e per questo ha deciso di vendere», ha spiegato una fonte vicina all’edge found manager.
Pare che il Daily Beast abbia contattato i portavoce dei figli di Lady Diana, i principi William e Harry, ricevendo un cortese ma fermo “no comment”. Il biglietto per entrare dentro l’attrazione ha un costo di 24,99 dollari per un adulto e 18,99 per un bambino. E Turner è convinto di portare circa mezzo milione di visitatori solo nel primo anno. A fine giugno ne aprirà un altro in Missouri.
Sara Sirtori, Io Donna.