Intervistato da Radio Cusano, Fabio Testi, ex concorrente del Grande Fratello Vip, racconta: “Coronavirus? Inizialmente noi sapevamo molto poco, abbiamo avuto notizia di questo virus quando c’erano stati 3mila morti in Cina e io ho un figlio che lavora a Shanghai. Quando sono riuscito a parlare con lui mi ha detto che lì erano più sicuri che all’estero perché hanno circoscritto subito l’epidemia e l’hanno chiusa in fretta. Però io dentro stavo male e allora ho chiesto di mettermi in nomination per poter uscire e parlare con mio figlio. All’uscita ho visto un mondo irreale perché vedevo solo i guanti bianchi e le mascherine delle persone a 10 metri da me, nessuno si avvicinava. Poi mi hanno caricato su una macchina della produzione e mi hanno portato qui in casa in Veneto dove sono rinchiuso in 30 ettari recintati con i miei cani, mio cugino e sua moglie. Almeno qui ho un bagno per conto mio, invece nella casa del GF dovevamo condividerlo. Avere sempre il microfono appeso al collo per 70 giorni non è stato bello, così come non avere un giornale, un telefono. Nel contratto che abbiamo firmato c’è scritto che non si può parlare di politica, religione e alcuni marchi importanti. Stando 24 ore su 24 col microfono addosso ti devi controllare”. “Nella casa – continua – ci si abbracciava, si stava insieme, una volta uscito invece era tutto irreale, ho pensato che mi stessero facendo uno scherzo. La cosa bella è che sono quotidianamente in contatto con i miei figli, uno in Cina, uno a Londra, l’altro in Austria. Già vederli, anche se solo in video chiamata, mi fa stare bene. Io mi reputo fortunato avendo un terreno a disposizione, ho una mini palestra in casa, mi muovo, ma penso alle persone che sono chiuse in un apparamento di 50 metri quadrati. E’ una prigione, sono arresti domiciliari”.
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