“Mi chiamo Riccardo Muti, sono un uomo del Sud, nato a Napoli da madre napoletana e padre pugliese”. Così ha iniziato il suo intervento il maestro Riccardo Muti, collegato dal Teatro Massimo di Palermo, nell’ambito di “Sud – Progetti per ripartire”, iniziativa di confronto promosso dalla ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna. “Attendiamo giustizia – ha incalzato il prestigioso direttore d’orchestra, impegnato in questi giorni nelle prove per la ‘Messa da Requiem’ di Giuseppe Verdi – dal mondo della musica, dei teatri, della cultura. Sto parlando da uno dei più bei teatri dal mondo, dove c’è una eccellenza italiana. Nel Sud ci sono uomini del teatro e della musica molto preparati che vengono messi da parte perché c’è poca attenzione per il mondo della cultura. E questo è vergognoso”. Eppure, ha aggiunto Muti, “questo mondo del teatro e della musica è il vanto dell’Italia, ma piangono per tante ragioni. Chi pensa alle bande, a esempio, che sono il vanto dell’Italia meridionale: ragazze e ragazzi che sono alla fame e a cui non si dà nessuna importanza… ma queste bande sono state il veicolo della cultura operistica del Paese”. In Italia, accusa Muti, quando si parla i musica “si fa riferimento al pop, a quella leggera, mai un accenno alla musica con la ‘M’ maiuscola, che i ragazzi studiano con sacrificio nei conservatori italiani e che poi non trovano lavoro”. Ha concluso Riccardo Muti: “Non è un appello per me; io ho fatto la mia vita e la mia carriera. Diamo attenzione a questa terra estremamente colta e che attende giustizia, una giustizia della società che sia equa per tutti. Alcune delle glorie del nostro passato che ci fanno rispettare in tutto il mondo sono i musicisti, i coristi, i tecnici che sono abbandonati. E questo è una vergogna internazionale. Le belle parole se le porta il vento e non bastano più”.