Marilyn Manson: il procuratore chiude le indagini per mancanza di prove

Marilyn Manson: il procuratore chiude le indagini per mancanza di prove

Il pubblico ministero di Los Angeles decide di non procedere

Marilyn Manson, all’anagrafe Brian Warner, non affronterà processi per le accuse di aggressioni sessuali e violenze domestiche mosse contro di lui. Dopo quattro anni di indagini, il pubblico ministero della contea di Los Angeles ha annunciato ieri, 24 gennaio, che non ci sono prove sufficienti per procedere con un processo.

Le accuse e l’indagine

Le accuse contro il musicista erano emerse nel 2021, con diverse donne che avevano denunciato presunti abusi. Tra queste, l’attrice Evan Rachel Wood, che aveva avuto una relazione con Manson dal 2006 al 2010. L’attrice ha affermato di essere stata aggredita per la prima volta durante le riprese del video musicale di “Heart Shaped Glasses” nel 2007, sostenendo che l’artista avesse esercitato su di lei un’influenza negativa per anni.

Le motivazioni della decisione

Il procuratore distrettuale Nathan Hochman ha spiegato che, sebbene le accuse di violenza domestica non siano cadute in prescrizione, non esistono prove sufficienti per dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio le accuse di stupro. Nel comunicato ufficiale si legge:

“Riconosciamo il coraggio delle donne che si sono fatte avanti per denunciare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulle sfide affrontate dalle sopravvissute agli abusi domestici e alle violenze sessuali”.

Hochman ha anche elogiato l’impegno delle vittime, che ha portato all’estensione dei termini di prescrizione per i reati di violenza domestica a livello locale e nazionale, migliorando gli strumenti per perseguire i responsabili.

La posizione della difesa

L’avvocato di Marilyn Manson, Howard King, ha accolto con favore la decisione, dichiarando:

“Dopo un esame approfondito delle prove, il procuratore distrettuale ha confermato ciò che abbiamo sostenuto dall’inizio: Brian Warner è innocente”.

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