Il suo crudo resoconto della propria sofferenza, tuttavia, rende ancora più stridente il fatto che non estenda la stessa compassione a sua sorella”
Il 18 gennaio è uscito in America Things I Should Have Said, la biografia di Jamie Lynn Spears, sorella minore di Britney (nata ad aprile 1991) nota come la Zoe di Zoey 101 e cantante country. Nel suo libro-rivelazione, Jamie Lynn promette grandi verità, così come giura di non voler toccare la storia della sorella, ma ciò che ne esce è un’istantanea molto soggettiva con il nome di Britney fatto ben 315 volte, secondo Newsweek. Non male per un libro che voleva rimanere fuori dalla questione.
“La mia storia sulla mia vita, essendo un’attrice bambina, una mamma adolescente, una giovane donna, una mamma single, una donna che lavora, combattendo la mia salute mentale, innamorandomi, trovando la pace, vivendo un vero MIRACOLO, tornando alla mia fede, rompendo le maledizioni generazionali, creando la mia famiglia e facendo del mio meglio per dare ai miei figli l’infanzia e la famiglia che ho sempre desiderato” questo il contenuto di Things I Should Have Said, nelle parole che Jamie Lynn Spears ha pubblicato su Instagram annunciando l’uscita del libro.
Una pubblicazione fatta per “onorare la sua voce” e parlare del dolore che ha provato “perché è importante”, ma che ha creato più di qualche dubbio, anche da parte di Britney Spears. La cantante infatti ha accusato pubblicamente Jamie Lynn di aver sfruttato l’attenzione mediatica alla sua battaglia per la cessazione della tutela, in modo da poter vendere più copie. L’accusa di Britney è sfociata poi in un ordine di cessazione e rinuncia citando commenti “fuorvianti” e “dispregiativi” nei suoi confronti. In effetti, ciò che più colpisce del libro di Jamie Lynn è che, come scrive The Cut: “Il suo crudo resoconto della propria sofferenza, tuttavia, rende ancora più stridente il fatto che non estenda la stessa compassione a sua sorella”.
Nel libro sono moltissimi i riferimenti alla salute mentale di Britney Spars, tra cui gli episodi degli Anni 2000 che hanno portato alla tutela. La sorella non solo non prende le parti della popstar, anzi, definisce i suoi comportamenti come fonte di imbarazzo e il carattere come “irregolare”, ” lunatico” e “paranoico”. Uno dei momenti più inquietanti è il passaggio in cui Jamie Lynn racconta che Britney ha rinchiuso lei e i loro genitori in una stanza minacciandoli con un coltello. Britney ha categoricamente negato l’accusa. Nel frattempo Jamie Lynn descrive se stessa come una diciassettenne ignara nel momento in cui è entrata in vigore la tutela e si definisce come guida per la sorella, che ha aiutato a “tenere nascosti gli episodi emotivi di Britney dal mondo”. Il risultato finale è un resoconto molto soggettivo di anni difficili, un libro che più che rivelare la verità dei fatti, dà voce indirettamente alle sofferenze che entrambe le sorelle hanno dovuto e continueranno subire.
Elle.it